Copertina 7,5

Info

Past
Anno di uscita:1985
Durata:35 min.
Etichetta:Atlantic Records

Tracklist

  1. LOVE IN ON TIME
  2. HIGH LIFE
  3. MIDDLE OF A DREAM
  4. BORDER LINE
  5. WAKE UP THE NEIGHBOURHOOD
  6. SACRIFICE
  7. GOTTA RUN
  8. BASICS OF THE BULLET
  9. KEEP IT TO YOURSELF
  10. I WANT IT

Line up

  • Tom Holland: vocals
  • Mike Angelo Batio: guitar
  • Joey Cetner: bass, vocals
  • Brad Rohrssen: drums

Voto medio utenti

Vi dice qualcosa il nome Tom Holland (e non mi riferisco all’attore britannico che ha interpretato Spider-Man)? No?
Riproviamo … sono certo che andrà meglio se la stessa domanda ha per soggetto Michael Angelo Batio.
Ebbene, ben prima che lo shredder americano sfoggiasse il suo talento su chitarre a doppio, triplo e quadruplo manico (per poi approdare alla corte dei Manowar), era stato proprio il cantante Tom Holland (membro per un breve periodo degli Steppenwolf e successivamente attivo con i The B'zz) a reclutarlo per la sua creatura musicale Holland, artefice nel 1985 di questo “Little monsters”, per il quale si “scomodò” addirittura il famoso produttore Tom Werman.
Con il contributo di Joey Cetner e Brad Rohrssen, il gruppo sforna un piccolo gioiellino “minore” di hard n’ heavy melodico yankee, alimentato principalmente proprio dalla brillante sei corde (non ancora “furibonda”) di Batio e dalla voce granulosa (a tratti vagamente Hagar-esca) di Holland , al servizio di un songwriting piuttosto energico e incisivo.
Si comincia con la pulsante “Love in on time”, una sorta di “fusione a freddo” tra Journey e Bryan Adams, e si prosegue con la grintosa “High life”, entrambe abbastanza “semplici” nelle costruzioni armoniche e tuttavia alquanto “contagiose” nel loro incedere.
Andiamo addirittura meglio con “Middle of a dream” dalle sfumature Great White / Van Halen-iane, e dopo la buona “Border line”, sono la dinamitarda “Wake up the neighbourhood” (brano che apparve anche nella colonna sonora di “Girls just want to have fun” … in italiano “Voglia di ballare”, filmetto dell’85 con Sarah Jessica Parker e Helen Hunt), la cromata “Sacrifice” e la power-ballad notturna “Gotta run” a dimostrare le migliori qualità espressive della band, in un misto di Dokken, Def Leppard e Le Mans che sono convinto sarà ampiamente apprezzato dagli estimatori del settore.
Il ritmo battente di “Basics of the bullet”, dell’affabile “Keep it to yourself” e della poderosa “I want it” aggiunge altri festosi e anthemici impulsi sonici ad una raccolta che, nonostante qualche fatale ingenuità e talune disomogeneità, collocava gli Holland tra le “promesse” della scena, purtroppo impossibilitate dagli eventi a proseguire nel loro percorso musicale.
L’albo è stato ristampato diverse volte e ciononostante è rimasto un po’ ai “margini” nelle preferenze degli appassionati del genere … una collocazione che ritengo poco adeguata al valore artistico e “storico” di un’opera che invece merita una giusta considerazione, e non solo in tempi di diffusa rivalutazione del “passato”.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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