Extinguished - Foul Stench Adoration (EP)

Copertina 6,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2025
Durata:15 min.
Etichetta:Caligari Records

Tracklist

  1. INTRO
  2. MESMERIZING PLACENTA
  3. FOUL STENCH ADORATION
  4. MACERATE & MASTICATE
  5. OUTRO

Line up

  • J.V.: bass
  • K.: drums
  • JP: guitars
  • R.A.: vocals, guitars

Voto medio utenti

Tempo di debutto dopo cinque anni passati ad affinare gli strumenti per i finlandesi Extinguished che, nati nel 2020, ed aventi al propri interno membri di band come Sadokist, Sickness e Obscure Evil, quest'anno arrivano a pubblicare il loro EP di debutto, 'Foul Stench Adoration'. Aldilà di ciò che la copertina potrebbe indurre a pensare, parliamo in questo caso di un death metal abbastanza vario e non semplicemente sparato alla massima velocità senza alcuna logica, andando a creare quel muro sonoro che spesso rende sia difficoltoso e fastidioso l'ascolto, oltre a rendere la stragrande parte delle canzoni presenti estremamente simili tra loro, specialmente se si parla di un full length.

In questo caso no, dato che la proposta degli Extinguished pesca a piene mani dall'eredità di gruppi storici come Autopsy per quanto riguarda, in particolar modo, la produzione e la similarità dei riff nelle parti più veloci, mi viene ad esempio 'Macerate & Masticate', mentre quando si decie di rallentare, per brevi tempi ma sicuramente degni di nota, ci si va a ricollegare a sonorità molto più vicine a quelle di Asphyx. Il growl di R.A. (Rafael Abanto) è abbastanza indietro nel mix, ma questo non va troppo ad inficiare il risultato complessivo, mentre prendendo una 'Mesmerizing Placenta' si capisce quanto i cinque musicisti abbiano molto da dire e le idee certamente non scarseggino, merito anche di una prova alla batteria da parte di K. (Karle Karjalainen) davvero varia. Direi che in attesa di un debut album vero e proprio, e nella speranza che si riesca anche a costruire una maggiore personalità che si stacchi dai colossi sopracitati, l'EP non si presenta male ed ha senza ombra di dubbio i suoi validi momenti.

Recensione a cura di Francesco Metelli

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