Copertina 6

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2009
Durata:40 min.
Etichetta:Nuclear Blast
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. SCARLET TO SNOW
  2. THIS ROUNDS ON ME
  3. ALLEGIANCE
  4. I DEMON
  5. THE SWORD
  6. IN TIME
  7. CINDER
  8. VAIN
  9. THE LAST WE WAGE

Line up

  • Paul Zinay: vocals
  • Terry Deschenes: guitars
  • Kim Gosselin: guitars
  • Étienne Mailloux: bass
  • Justine Ethier: drums
  • Jonathan Lefrancois-Leduc: keyboards

Voto medio utenti

Viene dal Canada la new sensation della Nuclear Blast ma, è bene precisarlo, stavolta non possiamo parlare di gruppo col botto.
Sebbene i Blackguard si presentino piuttosto bene, con una copertina interessante, non sono altro che una band che fa il proprio dovere in maniera più che decente, specialmente per essere questo un debutto discografico; sebbene questi canadesi dichiarino di non essere minimamente interessati od influenzati dalla scena nord-europea, ci troviamo di fronte ad una proposta pedissequa, per non dire spiccicata, a quanto già fatto da Children of Bodom in primis e da tutti i loro seguaci (Norther, Kalmah e compagnia bella), ovvero un mix tra power, classic, viking, con una voce alternata deathblack e delle simpatiche melodie in chiave folk, a volte azzeccate (vedi l'opener "Scarlet to Snow"), a volte decisamente pacchiane ed al limite del ridicolo ("This Round's On Me" ne è un ottimo esempio), in cui la produzione troppo leggerina delle chitarre non aiuta certo il risultato finale.
Di buono c'è che per essere un debutto mediamente le canzoni non sono male, alcune sono decisamente riuscite e coinvolgenti sin dal primo ascolto ("Allegiance", "I Demon", "The Sword") e trasuda talvolta il trascorso black metal dei nostri, quando ancora si chiamano appunto Profugus Mortis, ma in generale nelle loro composizioni manca quella scintilla, o per quanto riguarda la personalità o per quanto riguarda la qualità del songwriting, e si ha la netta impressione che la longevità di "Profugus Mortis" sia equivalente a quella di un gelato artigianale in un pomeriggio d'agosto.

Un seino di fiducia per l'avvenire, ma al momento i Blackguard possono vagamente interessare solamente ai malati cronici ed ai maniaci dei Children of Bodom, altra band che non imbrocca un cd con le palle da ormai troppo tempo: speriamo che questi canadesi possano sostituirli negli anni a venire.
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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