A poco più di un anno di distanza dall'ottimo debutto "Fear of Tomorrow" gli Artillery tornano con quello che è ritenuto il loro disco migliore, "Terror Squad", edito sempre dalla Neat Records. Nonostante gli ottimi risultati ottenuti dal debutto, gli Artillery non ottennero mai la fiducia della propria etichetta e si trovarono ancora una volta a lavorare con un basso budget, ma il risultato, a livello di produzione, è tutt'altro che insoddisfacente. Registrato da Lars Christensen agli El Studios di Copenaghen nel settembre 1986 e mixato nell'ottobre dalla stessa band assieme a Christensen, "Terror Squad" vanta un sound originale e perfetto per lo stile della band, tanto che le scelte sonore verranno poi recuperate per "By Inheritance", registrato in uno studio ben più dignitoso da un certo Flemming Rasmussen (Metallica, per intenderci).
Con "Terror Squad" gli Artillery sviluppano ancor più il proprio sound personale, già accennato qua e là nel precedente lavoro, caratterizzato da un riffing thrash estrememente tecnico, basato sul sapiente utilizzo della minore armonica, e dalla voce spettacolare di Flemming Ronsdorf.
L'apertura affidata a "The Challenge" mette subito in luce gli enormi passi in avanti rispetto al debutto: è semplicemente enorme il lavoro di chitarra della coppia Jorgen Sandau/Michael Stytzer, per non parlare della lead di quest'ultimo, esemplare per gusto, melodia e aggressività. In "Terror Squad" la band matura sotto ogni punto di vista, anche per quanto riguarda i testi, abbandonando le tematiche canoniche del metal più violento per approdare a testi impegnati di forte critica: se "In the Trash" parla della condizione di povertà nella quale è costretta a vivere una lagra fetta della popolazione occidentale, "At War with Science", com'è chiaro dal titolo, è una pesante accusa naturalista ai progressi nel campo della scienza che hanno portato allo sviluppo del nucleare, agli esperimenti nel campo della genetica e delle armi chimiche.
Sullo stesso tema di "In the Trash" anche "Decapitation of Deviants", perfetta descrizione della vita cui ci obbliga la società attuale ("The system of strings are breakin' your wings, ignorance will build you a throne"); è proprio di quest'ultima canzone una frase desolatamente veritiera che non posso non citare: "'cause when shit turns to gold the poor will be born without ass".
Senza scadere in canzoni prolisse da sei o sette minuti gli Artillery confezionano otto brani estremamente vari e mai noiosi, ognuno dei quali vanta oltre una dozzina di riff da antologia; spettacolare "Hunger and Greed", con il suo refrain vicente in grado di unire una melodia azzeccata ad un'aggressività unica, grazie anche al pathos incredibile della voce di Flemming Ronsdorf. Non posso non citare poi la splendida title-track, tra le cose migliori che gli Artillery abbiano mai composto, e che il sottoscritto abbia mai sentito in ambito thrash.
E' davvero difficile trovare un punto debole in questo secondo album degli Artillery; forse giusto qualche linea vocale un po' scritta di fretta, come il refrain di "Therapy", ma si tratta proprio di andare a trovare il pelo nell'uovo.
"Terror Squad" è uno di quegli album che sarebbero dovuti passare alla storia, da parte di una band che fu tra le prime a segnare la strada del thrash assieme ad act americani quali Exodus, Metallica e soci; sicuramente più accessibili a tutto il pubblico, perchè lontane dalle escursioni tecniche e dalle melodie ricercate degli Artillery, le thrash band americane ebbero ben altra fortuna rispetto al combo danese, mal promosso persino dalla propria etichetta nonostante il buon responso di critica e pubblico per il primo lavoro, e gli ottimi risultati ottenuti con questo "Terror Squad". Ciò nonostante resta un highlight del thrash europeo, indubbiamente superiore a tante, ma davvero tante, uscite blasonate del thrash made in USA, soprattutto sul piano della personalità e della maturità compositiva. Da annoverare tra i migliori thrash album di tutti i tempi.
Nota: Per la copertina, oggettivamente orribile, si deve ringraziare la Neat Records, che obbligò gli Artillery a disegnarsela da soli; si tratta, infatti, di un disegno del chitarrista Jorgen Sandau.
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