Ci fu un tempo in cui mettere in musica le suggestioni e le atmosfere epiche proprie dei miti e leggende di civiltà o culture ormai estinte oppure narrazioni a sfondo fantasy era cosa per pochi. In quella minoranza possiamo tranquillamente inserire a pieno diritto i Manilla Road di Mark Shelton, un musicista di grande talento e notevole dedizione alla causa, che in quegli anni stava inconsapevolmente entrando a far parte della storia del metal grazie all'incisione di dischi epocali come questo "Crystal logic" o come i successivi "Open the gates" e "The Deluge". L'epic metal dei Manilla Road e più nello specifico di questo album non è musica di facilissima assimilazione, bisogna avere una certa predisposizione a sonorità piuttosto cupe per poterla apprezzare a pieno quindi non aspettatevi ritornelli "happy" da cantare con gli amici o tempi di batteria incalzanti, no niente di tutto questo, dovete sentire questa musica per prima cosa col cuore, dovete fare in modo che entri dentro di voi per poi farvi trasportare da essa. Le atmosfere di "Crystal logic" sono un qualcosa di assolutamente incredibile, quasi che questo disco sia l'eredità di una civiltà antica e ormai scomparsa; l'impressione che si ha non appena si preme il tasto play è quella di essere trasportati in un viaggio, un'esplorazione in un mondo ignoto e oscuro che non esiste più se non nelle nostre menti. Se non ci credete provate ad ascoltare l'immensa "Necropolis" che con il suo chorus altamente evocativo rappresenta una delle più belle canzoni mai scritte in ambito epic metal, l'emozionante "The veils of negative existence" dove la magica voce di Shelton la fa da padrone, la meravigliosa "Dreams of Eschaton", 12 minuti di pura magia dove sono sicuro che anche il più scettico tra di voi all'altezza del verso "Before the Gods of Hell sentence you to die Remember well my friend a warlord never cries" non potrà non commuoversi, o la "title track". Tutte canzoni ricche di un pathos arcano e rese ancora più emozionali dalla voce nasale ma incredibilmente enfatica di Mark Shelton, brani che non potranno non ammaliare le orecchie di tutti gli estimatori di questo genere (l'epic metal, quello vero, è racchiuso in queste tracce). La matrice del sound dei Manilla Road è da ricercarsi nel Hard Rock degli anni '70 e anche in un certo space rock (anche se questa influenza è percettibile ma non così marcata come lo poteva essere nei lavori precedenti) influenze che sono riscontrabili soprattutto nei riff di chitarra e nell'atmosfera onirica di cui l'album è pervaso. Una cosa curiosa è l'inclusione in questo album di "feeling free again" una canzone, probabilmente voluta dalla casa discografica di allora per tentare qualche improbabile passaggio radiofonico, assolutamente fuori contesto (tanto che la stampa originale del vinile non la riportava neanche nella tracklist). Si tratta infatti di una canzone molto orecchiabile di stampo rock 'n' roll che con il suo mood "happy" contrasta nettamente con le tinte oscure del disco (se devo dirla tutta a me questa canzone però piace !!). La ristampa su cd di questo disco contiene come bonus la spettacolare e assolutamente metallica "Flaming metal system" originariamente inclusa nella compilation "US Metal - Vol. III" edita dalla Shrapnel Records, canzone che non condivide con il resto del disco quell'alone magico di cui vi ho parlato ma che rappresenta comunque una delle canzoni più belle (e più "commerciali" inteso non in senso negativo ovviamente) mai incise dai Manilla Road. L'ultima nota è relativa alla produzione oltremodo deficitaria dell'album ma io sono convinto del fatto che il pathos che si può respirare durante l'ascolto di "Crystal logic" debba molto a questa registrazione così "old style". Per concludere posso dire che considero "Crystal logic" (insieme a "King of the dead" dei Cirith Ungol e "Into glory ride" dei Manowar) uno dei migliori album di epic metal americano di sempre. IMMENSO.
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