Copertina SV

Info

Past
Anno di uscita:1967
Durata:32 min.
Etichetta:Polydor

Tracklist

  1. STRANGE BREW
  2. SUNSHINE OF YOUR LOVE
  3. WORLD OF PAIN
  4. DANCE THE NIGHT AWAY
  5. BLUE CONDITION
  6. TALES OF BRAVE ULYSSES
  7. SWLABR
  8. WE’RE GOING WRONG
  9. OUTSIDE WOMAN BLUES
  10. TAKE IT BACK
  11. MOTHER’S LAMENT

Line up

  • Jack Bruce: vocals, bass
  • Eric Clapton: guitar
  • Ginger Baker: drums

Voto medio utenti

Che ci fanno i Cream nella sezione dedicata all’hard rock? Certamente non sono una formazione di questo genere, anche perché ai tempi in cui il super-trio Britannico sbancava le classifiche ancora non esisteva, però è altrettanto vero che numerosi giganti hard vedi Led Zeppelin oppure Wishbone Ash, o un altro power-trio come i Grand Funk fino ad arrivare ai fratelli Allman e agli ZZTop, hanno spesso dichiarato di esser stati fortemente influenzati dalla musica dei Cream, e non è mistero che l’hard rock nella sua forma più classica e tradizionale porti in sé una massiccia componente rockblues.
Quindi si può considerare i Cream antesignani dell’hard e di uno schieramento triangolare chitarra-basso-batteria che tanto ha dato al mondo del rock duro, ed in questo i tre Inglesi sono illustri pionieri.
Il supergruppo si assembla nel 1966, quando Eric Clapton è già molto popolare in patria per il suo coinvolgimento prima negli Yardbirds poi nei Bluesbreakers di John Mayall, l’uomo che più di ogni altro ha contribuito alla diffusione del blues in Europa. Ginger Baker e Jack Bruce provengono invece dall’altra grande accademia del genere, i Blues Incorporated di Alexis Korner, poi hanno collaborato insieme con la Graham Bond Organization.
Sono tutti e tre musicisti di valore, esperti ed ambiziosi, così decidono di creare una formazione che possa diventare punto di riferimento per il rockblues inglese. Il vero colpo di genio però è quello di non autoconfinarsi nei canonici giri blues e nelle lunghe cavalcate strumentali, che sanno comunque eseguire straordinariamente bene, ma di allargare i confini alle canzoni per il grande pubblico, concisi gioiellini pop-rock esaltati dalle melodie ideate soprattutto da Bruce in collaborazione con il poeta Pete Brown, pronti a funzionare da singoli per le classifiche commerciali.
Il successo arriva immediatamente, anche grazie ad un’attenta campagna promozionale che esalta la band con i toni enfatici dell’evento epocale. Già il primo lp “Fresh cream” (1966) vola al n.6 della chart inglese. Subito dopo i Cream partono per un tour negli States dove vengono in contatto con il produttore Felix Pappalardi, che diventerà in pratica il quarto componente del gruppo, ed è a New York che viene registrato questo “Disraeli gears” (1967).
L’album eccelle sia in Gran Bretagna che negli Stati Uniti perché molto astutamente il classicismo blues viene rivisto con una elasticità fuori dal comune, i brani realmente tradizionali ed ortodossi sono pochi, vedi “Take it back” e la cover “Outside woman blues”, tutto il resto è brillante accessibilità pop-rock condensata in canzoni irresistibilmente orecchiabili. Perle senza tempo come “Strange brew”, la celeberrima “Sunshine of your love” dal riff imitatissimo, la delicata “World of pain” scritta da Pappalardi, ed ancora “Tales of brave Ulysses” con la sua bella atmosfera psichedelica, il tutto immerso in un contesto solare e quasi gioioso molto distante dalla consueta sofferenza del blues. Ulteriore conferma di questa positività il coloratissimo artwork psych, di sicuro effetto in un periodo di piena esplosione acid-rock.
E’ un disco così scorrevole e pieno di idee che ancora oggi è un piacere ascoltarlo. Fù una perfetta preparazione al successivo doppio “Wheels of fire”, opera omnia dei Cream composta da una scintillante parte in studio ed una formidabile parte live all’insegna del virtuosismo da leggenda.
Proprio all’apice della gloria si scatenarono però contrasti tra le forti personalità dei tre musicisti, e nell’incredulità generale il gruppo si sciolse alla fine del 1968 nel pieno della maturità artistica. Clapton e Baker andarono a formare i mitici Blind Faith con Steve Winwood e Ric Greck, mentre Bruce cominciò la sua carriera solista.
Da notare che l’ultimo lavoro “Goodbye” pubblicato nel ‘69 quando ormai la band era svanita, si piazzò al primo posto in Gran Bretagna ed al secondo negli Stati Uniti. Impressionante pensare a ciò che avrebbero potuto ancora fare se fossero rimasti uniti. In ogni caso rimane il primo vero supergruppo della storia del rock e questo risultato è davvero imbattibile.

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.