Copertina 8

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2025
Durata:35 min.
Etichetta:Iron Bonehead Productions
Distribuzione:Iron Bonehead Productions

Tracklist

  1. MALEFIC SPELLCRAFT
  2. DEATH DENIED
  3. ANCIENT BLACK BLOOD
  4. SOLITARY FOREST OF NECROMANCY
  5. MALEVOLENCE ENSHRINED
  6. COVEN OF THE ANCIENT BLACK FLAME
  7. EXSANGUINATED AND IMPALED
  8. HEED THE CALL
  9. UNDER COVER OF NIGHT
  10. BEYOND THE VEIL OF THIS REALITY

Line up

  • Necroblaster: Drums
  • L. Azathoth: Everything

Voto medio utenti

Con "Solitary Forest Necromancy" – che verrà rilasciato a luglio 2025, tramite la Iron Bonehead Productions – secondo capitolo della discografia degli statunitensi Azathoth’s Dream, ci troviamo di fronte a un'opera di Black metal atmosferico estremamente suggestiva e intensamente condensata. Il disco, dalla durata contenuta (circa 35 minuti), si rivela fin da subito denso di pathos emotivo, affondando le radici in un immaginario oscuro e crepuscolare, dal forte potere evocativo.

La voce, come vuole una certa tradizione della fiamma nera dai toni Depressive, resta spesso leggermente defilata nel mix, contribuendo a creare un’aura spettrale e dolente. Tuttavia, ciò che più colpisce non è tanto la disperazione quanto il trasporto: un sentimento vibrante, quasi lirico, che permea ogni traccia catturando l’ascoltatore in una spirale di mestizia e incanto.

Pur trattandosi di un album atmosferico, la scrittura dei brani è tutt'altro che statica: i riffs di chitarra si fanno spesso dinamici, ricchi di variazioni e spunti melodici orecchiabili, con inserti quasi rockeggianti e strutture che in certi momenti flirtano con il Post-rock. Lo zenith del guitarwork viene invece raggiunto negli arpeggi sinistri e ammalianti che introducono alcune canzoni, o che svolgono il ruolo d'anello di congiunzione tra i loro vari passaggi. Gli assoli, sempre misurati e ben inseriti, accentuano il senso di narrazione interiore, donando luce a un paesaggio sonoro altrimenti plumbeo e talvolta sanguinario.

L'uso dei synth è sapientemente dosato: non ridondante, ma avvolgente e funzionale alla costruzione di quell'alone mistico che rappresenta forse il fulcro emotivo dell’intero lavoro. A tratti, si percepiscono persino timbriche che rimandano a strumenti acustici o sinfonici, in particolare nelle trame più rarefatte e sognanti, che ricordano l’incanto onirico di "Drep de kristne" (1996) dei Troll.

A livello stilistico, "Solitary Forest Necromancy" potrebbe essere descritto come un punto d’incontro tra i Forgotten Woods, il Burzum più meditativo, i Parnassus, i vampirismi dei Gehenna di "Seen Through the Veils of Darkness (The Second Spell)" (1995), e i primi due album dei Satyricon.
L’opera, pur breve, lascia un’impronta duratura: calda, spirituale, malinconica. Un viaggio interiore nelle brume di un misticismo necromantico, dove ogni nota sembra parlare di un altrove arcano e irraggiungibile.
Ad avviso di chi vi scrive rappresenta un notevole passo avanti rispetto al debutto.

Dentro "Solitary Forest Necromancy" troverete tutto il potere di fascinazione scaturente dalla purezza della nera fiamma.

Recensione a cura di DiX88

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