JAR - In Truth We Trust (Reissue)

Copertina 7

Info

Anno di uscita:2025
Durata:41 min.
Etichetta:Pride & Joy Music Classixx

Tracklist

  1. RAIN
  2. GROWN UP IN A CITY
  3. HOLD ON
  4. SERIOUSLY
  5. LOVE IS A STRANGER
  6. COWBOY
  7. DREAMLAND
  8. ROSALIE
  9. HOLD ME IN YOUR ARMS
  10. HARDER THAN TEARS

Line up

  • Ray Alex: vocals
  • Anders Olssen: guitar, keyboards
  • Jan Andersson: bass, drums, keyboards
  • Lars "Le" Ericson: guest on guitar

Voto medio utenti

Altro capitolo (il diciassettesimo) della collana Pride & Joy Music Classixx e altra “sorpresa” per chi ama la scuola scandinava del rock adulto ottantiano (Alien, Talk Of The Town, Stage Dolls, …).
Formati da Reine "Ray Alex" Alexandersson (noto anche per la militanza in Neptune, Glory e West End, scomparso prematuramente nel 2019), Anders Olsson e Tosh Ason, i JAR pubblicarono nel 1993 solo su cassetta questo “In truth we trust”, che rimarrà l’unica testimonianza di un’alleanza musicale piuttosto proficua ed incisiva.
La ristampa patrocinata dalla label tedesca diventa, pertanto, un’operazione che alletterà tutti gli estimatori del genere, in particolare di quelli che amano le atmosfere crepuscolari e avvolgenti, “palestra” perfetta per consentire alle pastose corde vocali di Alexandersson di esprimersi al meglio.
In un misto di crooning e pulsioni più volitive (immaginate qualcosa tra John Lawton, Kal Swan e Tony Hadley!), è proprio la voce del cantante svedese ad emergere in maniera primaria da strutture armoniche dotate di dosi significative di classe e buongusto, fatalmente “figlie” dell’epoca aurea del melodic rock e tuttavia abbastanza ben congeniate.
Si comincia con la notturna “Rain”, sorta di sentito omaggio ai Survivor più “teatrali”, per poi proseguire con le vivaci pulsazioni di “Grown up in a city”, sfocianti in un ritornello vischioso accompagnato da synth riconducibili al cosiddetto Hi-tech AOR.
La ballata “Hold on” dimostra la particolare propensione della band a questo tipo di “fondamentale”, una qualità di cui i nostri erano evidentemente consapevoli, dacché un analogo afflato languido viene riproposto pure in “Seriously”, nella bluesyLove is a stranger” e nella appena meno efficace “Harder than tears”.
In mezzo a tanta passionalità non stonano le sobrie vibrazioni di “Cowboy” e la spigliatezza di “Rosalie”, mentre chi predilige la versione più poppettosa del settore apprezzerà di certo “Dreamland”, con il suo incedere vellutato e vaporoso, e “Hold me in your arms”, intinta in una deliziosa glassa di soul-funky.
Una riedizione di valore, dunque, da consigliare agli “indagatori” della storia meno nota del rock n’ roll, ancora capace di regalare emozioni, soprattutto se a raccontarla ci sono realtà discografiche appassionate e competenti come la Pride & Joy Music.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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