Altro capitolo (il diciassettesimo) della collana
Pride & Joy Music Classixx e altra “sorpresa” per chi ama la scuola scandinava del
rock adulto ottantiano (Alien, Talk Of The Town, Stage Dolls, …).
Formati da
Reine "Ray Alex" Alexandersson (noto anche per la militanza in Neptune, Glory e West End, scomparso prematuramente nel 2019),
Anders Olsson e
Tosh Ason, i
JAR pubblicarono nel 1993 solo su cassetta questo “
In truth we trust”, che rimarrà l’unica testimonianza di un’alleanza musicale piuttosto proficua ed incisiva.
La ristampa patrocinata dalla
label tedesca diventa, pertanto, un’operazione che alletterà tutti gli estimatori del genere, in particolare di quelli che amano le atmosfere crepuscolari e avvolgenti, “palestra” perfetta per consentire alle pastose corde vocali di
Alexandersson di esprimersi al meglio.
In un misto di
crooning e pulsioni più volitive (immaginate qualcosa tra
John Lawton,
Kal Swan e
Tony Hadley!), è proprio la voce del cantante svedese ad emergere in maniera primaria da strutture armoniche dotate di dosi significative di classe e buongusto, fatalmente “figlie” dell’epoca aurea del
melodic rock e tuttavia abbastanza ben congeniate.
Si comincia con la notturna “
Rain”, sorta di sentito omaggio ai Survivor più “teatrali”, per poi proseguire con le vivaci pulsazioni di “
Grown up in a city”, sfocianti in un ritornello vischioso accompagnato da
synth riconducibili al cosiddetto
Hi-tech AOR.
La ballata “
Hold on” dimostra la particolare propensione della
band a questo tipo di “fondamentale”, una qualità di cui i nostri erano evidentemente consapevoli, dacché un analogo afflato languido viene riproposto pure in “
Seriously”, nella
bluesy “
Love is a stranger” e nella appena meno efficace “
Harder than tears”.
In mezzo a tanta passionalità non stonano le sobrie vibrazioni di “
Cowboy” e la spigliatezza di “
Rosalie”, mentre chi predilige la versione più
poppettosa del settore apprezzerà di certo “
Dreamland”, con il suo incedere vellutato e vaporoso, e “
Hold me in your arms”, intinta in una deliziosa glassa di
soul-funky.
Una riedizione di valore, dunque, da consigliare agli “indagatori” della storia meno nota del
rock n’ roll, ancora capace di regalare emozioni, soprattutto se a raccontarla ci sono realtà discografiche appassionate e competenti come la
Pride & Joy Music.
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?