Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2025
Durata:49 min.
Etichetta:Black Lion Records

Tracklist

  1. A PALE BLOOD SKY
  2. DUNGEON CRAWL
  3. INTO THE UNDERDARK
  4. EYES OF THE DEEP
  5. FOR THOSE WHO FELL
  6. DRACONIAN (SLAVE OR MASTER)
  7. SUMMONED AND BOUND
  8. I MAGUS

Line up

  • John Yelland: vocals
  • Carlos Alvarez: guitars
  • Matt Hodsdon: guitars
  • Michael Sanchez: bass
  • Andrew Julkowski: drums

Voto medio utenti

I Behölder, che con "In the Temple of Tyrant" sono al loro album d'esordio, nascono quattro anni fa sulla spinta del chitarrista Carlos Alvarez, il quale dopo aver accumulato diverse esperienze (tra i tanti, con Shadowdance, Single Bullet Theory e Power Theory) ha deciso di mettersi in proprio, circondandosi di una manciata di musicisti che non scherzano nemmeno a livello di esperienze. E tra questi si segnala subito il cantante John Yelland (ex Dire Peril e Disforia, ed ora frontman dei Judicator), che sin dall'iniziale "A Pale Blood Sky" lascia trapelare un'evidente devozione per i Blind Guardian, Demons & Wizards, ed in particolare nei confronti di Hansi Kürsch. Influenze che risultano ancora più evidenti nel corso di "Dungeon Crawl" o "Into the Underdark", episodi che i Behölder confermano di essere in grado di personalizzare, corredandole di un sound più minaccioso e cupo rispetto a quello della formazione tedesca, come se i Candlemass e i Savatage ci avessero messo un po' del loro, con un approccio, soprattutto a livello corale, che comunque ho riscontrano affine a quello dei Dream Evil.

Chi invece è davvero presente su "In the Temple of Tyrant", è Tomi Joutsen (frontman degli Amorphis) che fa capolino su "Eyes of the Deep" ad impreziosire con il suo growl profondo uno degli episodi miglior dell'album, mentre, per essere una ballad, la seguente "For Those Who Fell" si rivela meno scontata del solito, grazie ai suoi chiaroscuri e a quelle impennate nervose sulle quali si staglia la voce calda e potente di Yelland. Tocca quindi a quell'approccio un po' alla Powerwolf di "Draconian (Slave or Master)" con il suo passo greve che dopo le prime battute interlocutorie lascia poi trapelare un bel piglio caparbio e declamatorio. E nel finale i Behölder provano nuovamente a spiazzarci, guardando maggiormente al proprio lato oscuro, piazzando prima una "Summoned & Bound" che sguazza tra i neri flutti di Candlemass e Sorcerer e quindi con le tentazioni thrasheggianti di "I Magus".

Sicuramente "In the Temple of Tyrant" è lavoro ben congegnato, dove la passione per il Metal si fonde con quella per il gioco di ruolo Dungeons & Dragons (Behölder, è uno dei suoi personaggi ed è proprio quel mostro che campeggia sulla copertina), e probabilmente surclassa anche quanto fatto dai singoli membri nei loro diversi progetti musicali, passati e attuali.



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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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