I colombiani
No Raza, con
"Tyrona" – rilasciato in questi giorni di metà maggio tramite la
Noble Demon – tagliano il traguardo del quarto full-length.
La band continua a proporre un Death metal dal groove marcato, supportato da una produzione moderna, che attinge a piene mani dal sound dei
Bolt Thrower, bensì anche della scuola a stelle e strisce dei
Deicide (sulla scia di
"Once upon the Cross" del '95), con accenni di Brutal mitigati da una vena melodica svedese che talvolta assume toni quasi epici. In certi momenti, questo approccio dalle tinte gloriose richiama quello degli
Unleashed; mentre per altri versi, quanto proposto in alcuni platter dai canadesi
Kataklysm.
Rispetto al precedente e poco convincente
"Transcending Material Sins" (2020), in questa nuova opera le sfumature melodiche risultano più marcate, talvolta perfino stucchevoli, e finiscono per divenire ripetitive – una scelta poco adatta a un disco Death metal.
Fatico sinceramente a individuare elementi di spicco o idee capaci di lasciare il segno. A mio avviso, se i
No Raza non cambiano rotta, rischiano di affondare nel calderone delle formazioni condannate all’anonimato e, peggio, all’irrilevanza.
"Tyrona" è un album suonato con professionalità, ma privo di reale ispirazione.
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