Copertina 7

Info

Anno di uscita:2025
Durata:40 min.
Etichetta:Dying Victims Productions

Tracklist

  1. DEMONER UTAN ÖGON
  2. BY HIS WORD
  3. HOUSE OF GREED
  4. WITCH
  5. HER PRESENCE
  6. SWEET SILENCE
  7. VISIONS OF FIRE
  8. THE GHOST OF SOCIETY
  9. WASTELAND

Line up

  • Sofie-Lee Johansson: vocals
  • Martin Nordin: guitar
  • Sebastian Lindberg: guitar
  • Filip Spetan Magnusson: bass
  • Daniel Nordin: drums

Voto medio utenti

Inutile nasconderlo … l’analisi del primo full-length degli Skräcken è stata anticipata da un pizzico di “pregiudizio”, che mi aveva fatto dubitare del valore espressivo dell’ennesima testimonianza musicale di un gruppo scandinavo votato ai suoni ossianici della NWOBHM e del doom, pilotata da una voce femminile.
Un trend ormai talmente diffuso da alimentare fatalmente perplessità e congetture, rendendo meno “propenso” all’ascolto anche il più devoto degli estimatori del genere.
Come spesso accade quando una “moda” conquista il proscenio, a dirimere ogni eventuale controversia, al netto della fondamentale idoneità esecutiva, subentra la “autenticità” della proposta, quell’imperscrutabile attributo che, nello specifico, consente all’astante di essere avvolto da vibrazioni emotive sinistre e occulte, ponendolo in uno stato di profondo turbamento.
Beh, “Echoes from the void”, magari dopo qualche iniziale difficoltà, arriva a trasmettere proprio le medesime sensazioni che The Oath, Jex Thoth, Lucifer e Avatarium hanno saputo esporre così bene lungo il loro seminale percorso artistico, capace di sondare i meandri più reconditi e ancestrali dell’animo umano.
In tale contesto assume importanza vitale il ruolo della “sacerdotessa” del rituale, ed ecco che Sofie-Lee Johansson (ex Night Viper) si disimpegna in maniera efficace tra le ambientazioni sonore foriere di perniciose vicissitudini, supportata nell’impresa da un manipolo di musici piuttosto a loro agio nell’operare tra le fascinose spire del crepuscolo.
Un ambito in cui insinuarsi con una certa “circospezione”, dal momento che (dopo l’introDemoner utan ögon”) la bieca ed evocativa “By his word” e la scattante e obliqua “House of greed”, pur complessivamente alquanto valide, non riescono a stimolare del tutto quel senso di “sublime inquietudine” che rappresenta il vero ago della bilancia della situazione.
Bisogna infatti aspettare la ballata “Witch”, con le sue sfumature folk-ish, per assistere alla piena attivazione del suddetto brivido emozionale, percezione che una volta innescata fa sentire i suoi provvidenziali effetti anche nell’ammaliante “Her presence” e, soprattutto, nella suggestiva “Sweet silence”, pulsante di cupa tensione espressiva.
Immagini sonore esotiche e tribali alimentano “Visions of fire”, un altro momento degno di nota della scaletta di un albo che con l’incalzante e liquida “The ghost of society” allenta leggermente la presa emotiva, per poi recuperarla nella conclusiva “Wasteland”, in cui il cantato magnetico della Johansson intride di pathos le tinte fosche e spettrali di un grande frammento musicale.
Gli Skräcken di “Echoes from the void”, a tratti ancora un po’ “didascalici”, dimostrano tuttavia di possedere gli strumenti e il talento necessari a sviluppare proficuamente una tendenza stilistica ad elevato rischio di apatica “omologazione” … per ora si conquistano la qualifica di “promettenti”, accompagnata dall’impressione di poter scommettere con sufficiente confidenza su una loro felice maturazione artistica.
Recensione a cura di Marco Aimasso

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.