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Info

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Anno di uscita:1971
Durata:45 min.
Etichetta:Charisma
Distribuzione:Virgin

Tracklist

  1. LEMMINGS
  2. MAN ERG
  3. A PLAGUE OF LIGHTHOUSE KEEPERS

Line up

  • Peter Hammill: lead vocals, acoustic and slide guitar, electric piano, piano
  • Guy Evans: drums, tympani, percussion, piano
  • David Jackson: tenor alto&soprano saxophones, flute, vocals
  • Hugh Banton: hammond, farfisa professional organs, piano mellotron, arp synthesiser, bass pedals, bass guitar, psychedelic razor, vocals

Voto medio utenti

Al primo posto nella classifica LP più venduti in Italia nel 1971, senza uno straccio di campagna promozionale o di un singolo apripista,a conferma di quanto il nostro paese avesse accolto più che favorevolmente il verbo del progressive rock (lo dimostra il fatto che i Genesis passarono dalle piccole aule di università inglesi ai gremitissimi palasport italiani). I VDGG, una delle bands più prolifiche (erano al loro quarto LP, dopo "The aerosol grey machine", "The least we can do is wave to each other" e "H to E"), intelligenti e al tempo stesso più trascurate da stampa e pubblico inglese in favore di King Crimson ed ELP, riescono a realizzare un vero e proprio capolavoro che passerà alla storia del progressive e le cui influenze,seppur in certi casi mai dichiarate, si trovano tuttora in grande evidenza in gruppi come Radiohead o Coldplay (i quali hanno scopiazzato alla grande dai Vdgg).
La musica dei Vdgg è un prog cupo e notturno con influenze dark, gotiche, jazz, psichedeliche, space rock, ma ricco anche di grandi spunti di lirismo poetico, merito in gran parte del genio artistico di Peter Hammill, la cui voce alterna toni rabbiosi ed aggressivi a momenti di assoluta calma e distensione ad attimi in cui manifesta in modo esplicito la propria disperazione e solitudine, mentre i testi si distaccavano dai soliti canoni prog per riflettere lo stato di confusione, disperazione, il senso di alienazione ed i conflitti interni dell'animo umano ("Man Erg", un doppio contrasto dell'individuo, diviso tra "Angel", caratterizzato da un tono graziato, dolce e quasi liturgico e la controparte "Killer", aggressività e confusione strumentale amplificate dal sax, con il cantato di Hammill che diventa urlo isterico ).
Altro grande punto di rottura dei Vdgg con il prog più canonico è l'uso sapiente e molto prolungato del sax di David Jackson, capace di passare da momenti soffusi ed atmosferici a sfoghi di rabbia, tutto in sintonia con il cantato di Hammill (nella versione LP stampata in USA esiste un brano in più, "Theme one", in Europa pubblicato solo come singolo, un brano strumentale dove la sua performance al sax è di quelle da togliere il fiato).
Impossibile descrivere la bellezza, la complessità ed il caleidoscopio musicale messo in atto nei 3 brani,tra cui una suite, "A plague of lighthouse keepers" che occupava l'intera facciata B, zeppa di cambi di tempo, invenzioni strumentali, melodie ora solari ora funeree, la partecipazione straordinaria di Robert Fripp alla chitarra ed un cantato di Hammill che colpisce ed incanta per varietà, intensità, emotività.
Dopo un fortunato tour organizzato dalla label Charisma nel quale suonarono con Lindisfarne e Genesis, nel 1972 decisero di sciogliersi, per tornare poi nel 1975 con il meraviglioso "Still life" (altro disco che non deve mancare ad ogni prog-fan che si rispetti), a cui faranno seguito altri dischi più orientati verso sonorità jazz ed un doppio live "Vital" (alla cui versione CD sono stati omessi dei brani), e ora la notizia di una prossima reunion nel 2005 (speriamo bene in una data anche nel paese che per primo decretò il loro successo commerciale).
Un disco unico ed indispensabile, il cui valore artistico non cessa di aumentare anche a distanza di 35 anni.
Recensione a cura di Carlo Viano

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