Copertina 5,5

Info

Anno di uscita:2017
Durata:47 min.
Etichetta:AOR Heaven

Tracklist

  1. LEAVE FOREVER
  2. SUPERNOVAS TEAM
  3. HOLD YOU CLOSE
  4. TURN OFF THE LIGHTS
  5. WILL I EVER KNOW
  6. NOTHING’S GONNA STOP ME NOW
  7. HANGIN’ ON MY LIPS
  8. FASTER
  9. FALLIN’ BACKWARDS
  10. FEEL YOUR FEAR
  11. TURN AROUND

Line up

  • Jennifer Crush: vocals
  • Manni McFly: guitars
  • Alexis Rose: drums
  • Randy Stardust: guitars
  • Cliff Bourbon: bass

Voto medio utenti

Non ci sarebbe niente di male in questo disco dei Supernova Plasmajets (monicker improbabile, me ne rendo conto) se la copertina (che rimanda a certi scenari hip-hop di metà Anni Novanta) e le parole di AOR Heaven (assolutamente fuori luogo) non fossero così disorientanti. Riporto giusto un passaggio, così che possiate farvi una vostra idea:
Let’s talk about a bang. An explosion that generates plasma. The Supernova Plasmajets have hit earth, are extremely explosive, and are also clearly more electrified than ever. You can hear their thrill for playing in every note. Add that to their natural knack for hooks, favorite melodies, and creating a wall of sound. That’s the way it’s supposed to be – the energy of the new generation! A slice of yesterday and a hint of tomorrow merged to get to the heart of things in the here and now!
Caspita, dopo una presentazione del genere non vedevo l’ora di premere il tasto PLAY, carico com’ero di aspettative. E invece? E invece…

Tra plagi malcelati (“Will I Ever Know” scippa un riff alle Hole, così come “Hangin’ On My Lips” attacca come l’indimenticata “Night Train” dei Guns), echi di punk melodico alla Offspring/Blink 182 (“Supernovas Team”), soluzioni ruffiane e scontate (“Leave Forever”, che sembra uscita da un disco dei Roxette, “Feel You Fear”, “Turn Around”), timidissimi esperimenti elettronici (“Nothing’s Gonna Stop Me Now”) e improbabili lenti da “Fiera delle Banalità” (“Hold You Close”, messa pure in una posizione infelice), l’hard-glam dei tedeschi non convince al 100%, nonostante qualche guizzo apprezzabile (il buon groove di “Faster” o la meno elaborata “Turn Off The Lights”).

Se ci fosse stata coerenza tra la scatola e il suo contenuto (come nel caso dei Frontback per esempio), la sufficienza l’avrei pure data. Ma stando così le cose…
Recensione a cura di Gabriele Marangoni

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