Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2025
Durata:47 min.
Etichetta:Gutter Prince Cabal

Tracklist

  1. THE FORMLESS DARK
  2. GHOST OF LIES
  3. FIELDS OF YORE
  4. AGES PAST
  5. ANEMOIA

Line up

  • Snjór: vocals, bass, guitars, keyboards
  • Chris Chapman: drums

Voto medio utenti

Il primo lavoro degli australiani Deciduous Forest, progetto capitanato dal multi strumentista di Brisbane Snjór, si muove su un terreno artistico che unisce una forte anima Ambient Black Metal con un'altra, meno invasiva, più vicina al mondo del Neo Folk, soprattutto a livello di "umori", ed a quello dell'Ambient tout court poiché, in questa amalgama sonora, sono le tastiere (vagamente memori dei Limbonic Art) ad incarnare il ruolo della prima donna, mentre chitarre, sezione ritmica e voce distorta, le accompagnano in un contesto sempre melodico, ottimamente arrangiato, dalle vaste aperture prive di confini.
La proposta del gruppo non è mai particolarmente veloce o aggressiva, avvicinandosi a volte alle traiettorie dei primi Midnight Odyssey, ma predilige, come vi anticipavo, l'atmosfera, la quale, riesce a condurci in un viaggio tra le bellezze della Terra e quelle, misteriose, dello Spazio, inducendo l'ascoltatore a riflettere sulla caducità del genere umano e sulla immensità di tuto quello che ci circonda: di certo, l'obiettivo musicale risulta centrato, tanto è vero che l'ascolto di "Fields of Yore" scorre via facilmente, riesce a rilassarti ed a creare il giusto mood entro il quale godere delle meraviglie delle quali, troppo spesso, ci dimentichiamo.
Tenendo presente l'ambito artistico entro il quale si dipanano le cinque composizioni dell'album, non dovreste aspettarvi nessuna forma "true" di Black Metal, ne porvi all'ascolto di questa opera qualora foste fruitori intransigenti di musica metal, ma, se il vostro fosse un animo sognante, in grado di apprezzare l'estremo senza l'estremo (spero mi capiate), allora "Fields of Yore" sarà in grado di allietare il vostro udito e ricordarvi che non si può vivere solo di croci capovolte e violenza misantropica.
Ad occhi chiusi, sereni, imboccate, dunque, la via delle atmosfere sognanti e, a tratti, inquietanti, verso un mondo misterioso che aspetta, solo e soltanto, di essere scoperto nella sua profonda essenza.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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