Con
"The Ascent: Szenen der Katharsis", gli
Empeiria — progetto tedesco nato dalla collaborazione tra π & η — consegnano un’opera ambiziosa e ispirata, pubblicata da
Vendetta Records il 6 giugno 2025. Il titolo stesso, che fonde inglese e tedesco, rivela fin da subito l’intento concettuale dell’album: una scalata interiore, una traversata in tre atti attraverso la colpa, la fiducia e infine la consapevolezza esistenziale. Un’opera, dunque, che non è solo musicale, ma anche narrativa, strutturata come un vero e proprio Leitmotiv emotivo.
Il disco si articola in sette tracce suddivise idealmente in tre sezioni: i primi tre brani incarnano i tormenti e i dubbi del protagonista; la seconda triade trasmette un senso crescente di fiducia e lucidità; il brano conclusivo, più riflessivo e stratificato, rappresenta il momento di realizzazione. Tutto questo è restituito attraverso un Black metal ricco di sfumature, che guarda esplicitamente alla tradizione scandinava degli anni Novanta, ma lo fa con personalità e intelligenza compositiva.
Lo stile degli
Empeiria è eclettico ma ben coeso. A tratti emergono con chiarezza richiami ai primi due lavori degli
Arcturus, in particolare nella capacità di fondere caos e teatralità, echi degli
Old Man’s Child e dei
Dimmu Borgir più atmosferici e narrativi, ma anche suggestioni legate al Black sinfonico tedesco di nicchia — si pensi, ad esempio, ai
Dies Ater, per quella capacità di combinare pathos liturgico e furia melodica.
L’album bilancia con grande perizia partiture tirate, chiaramente ancorate alla tradizione più nera (sull’onda degli
Emperor), e momenti più contemplativi, immersi in atmosfere gotiche e misteriose. Le linee melodiche sono ben integrate nel flusso narrativo del disco: non si ha mai l’impressione di un collage stilistico, ma piuttosto di un flusso organico e stratificato, dove ogni elemento — dalle aperture corali ai brevi inserti acustici, dalle dissonanze orchestrali agli slanci sinfonici — ha una precisa funzione drammatica.
Senza scadere mai nell’eccesso barocco,
"The Ascent: Szenen der Katharsis" riesce a rimodellare i crismi del Black metal sinfonico – dagli echi Post-black – scandinavo in una forma personale, e in certi momenti sorprendentemente evocativa. Il lavoro di produzione è altrettanto curato: ogni dettaglio emerge con chiarezza, senza compromettere la crudezza di fondo.
In definitiva, un disco maturo, stratificato, affascinante: un viaggio iniziatico in sette scene, che dimostra come la fiamma nera melodica e sinfonica, quando è alimentata da una visione forte e coerente, possa ancora dire molto.
Recensione a cura di
DiX88
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