Ascolto il breve
“Cinema Brazil” e mi immagino seduto a un tavolo del Bang Bang Bar, cullato da un pianoforte minimale ma rassicurante (
“Movimento 1”, “Movimento 4”), dalle chitarre
twangy (“Movimento 2”) e dal vibrafono (
“Movimento 3”), mentre i compianti David Lynch e Angelo Badalamenti mi sorridono dal bancone (
“Movimento 5”).
È un po’ questa l’atmosfera di una suite che dalla metà in poi sfocia in acque più mosse di ispirazione crimsonica (
“Movimento 6”), fino alla musica concreta strumentale di
“Movimento 7” (penso in particolare a Helmut Lachenmann), prima di un finale dal taglio epico lasciato a batteria spazzolata (
“Movimento 8”), archi e chitarra (
“Movimento 9”).
Post-rock? Avant-jazz? Minimalismo? Psichedelia? Fate voi, è comunque una bella esperienza.
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