I Saint sono una delle tante cult metal band che hanno infervorato gli eighties, provenienti dagli States Of America, il quartetto guidato dal bassista Richard Lynch pubblica nel 1986, per la piccola etichetta Pure Metal (il nome non lascia fraintendimenti), la seconda release “Time’s End”.
Arrivati al disco d’esordio nel 1984, dal titolo “Warriors Of The Sun”, rilasciano British Steel parte II!! C’è qualcosa che non va; i Saint nel 1986 danno alle stampe Time’s End, ovvero un mega tributo ai Judas Priest (così va meglio), le acciaierie inglesi forgiano un platter di puro british metal anche dall’altra parte dell’Atlantico. Lontani da tematiche legate ai clichè metal, i Saint erano un christian band con un sound palesemente influenzato dai Priest, soprattutto per le vocals del clone di Rob Halford ovvero Mr. Josh Kramer, mentre il resto della ciurma è ben lontana dal tasso tecnico di Tipton e soci. Sulla scia dei Grim Reaper per aggressività, il quartetto dei Saint con “Time’s End” pubblica il miglior lavoro della loro breve carriera, un vinile piacevole suonato con convinzione e passione. La seconda traccia “In The Night” è quanto di più simile ai Judas si possa ascoltare, essere dotati di una voce solamente avvicinabile a Halford è una qualità che difficilmente si riscontra anche tra i metal singer più famosi, la successiva “Through You” mette in mostra il lato più rude e aggressivo dei Saint, una lode per l’estensione vocale di Kramer. Per cortesia non mettetevi a canticchiare il chorus di “You’ve Got Another Thing Comin’” durante l’ascolto di “Space Cruiser”, siate seri!
Sarebbe interessante vedere pubblicato un platter del genere nel 2004, quando presumibilmente i veri Metal Gods (post reunion) dovranno rendere conto all’audience mondiale della bontà del ritorno di Halford nei Priest. La title-track è sulfurea nel suo incedere marziale, il basso di Lynch è spesso impastato con la chitarra di John Mahan ma rende il suono ancor più heavy e distorto, stucchevoli alcuni chorus ma da apprezzare la smisurata attrazione verso i Priest.
Meglio ascoltarsi “Time’s End” che intere discografie dei Sinner o Hammerfall, almeno da queste parti ciò che conta è divertire divertendosi, niente suoni patinati e ritornelli imbecilli, l’unica filosofia che si respira tra i solchi è il denim & leather.
Nota: Esiste una ristampa in CD della Millenium Eight Records praticamente introvabile, con l’aggiunta di nove tracce live del 1986.
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