"...risorgeremo per ristabilire la gloria delle dodici città".Immerso nei boschi e nelle necropoli dell'Etruria,
"Fathan Aiseras Seus", nuovo lavoro dei laziali
Ad Omega, è un viaggio, distorto e morboso, nei rituali del sangue, nelle nebbie d'incenso e nel tufo, sulla misteriosa via della gnosi lucumonica, la disciplina perduta.
Un lavoro, dunque, intriso di tradizione antica e sfacciato esoterismo, capace di coagulare la moderna follia di act come Akhlys o Esoctrilihum, con le solide radici ancorate nel black metal scandinavo degli anni '90, per un fluire dissonante, sorprendente, velenosissimo, di note vomitate direttamente dagli abissi più reconditi, sulle quali si staglia, come una sorta di madre malata, la scardinante rivoluzione musicale che i Deathspell Omega hanno saputo, anni addietro, introdurre nel mondo del metallo nero.
L'unicità degli
Ad Omega sta, tuttavia, nel saper rendere molto personale questo insieme di influenze diverse, riuscendo, per tanto, a creare un suono proprio, frutto di assoluta dedizione ed indubbio talento, nel quale si alternano sfuriate infernali e rallentamenti dal fascino arcano, tenuti assieme dall'ispirazione di musicisti coinvolti realmente in quello che fanno e non preoccupati nel seguire strade a volte tortuose (date, per esempio, un ascolto attento alle tastiere ed agli arrangiamenti in generale per rendervene contro) che li conducono ad essere rigorosi in ogni piega della propria proposta e lontani, anni luce, da qualunque forma di prostituzione artistica o banalità assortite.
"Fathan Aiseras Seus", con le sue multi strutture mutevoli, è un lavoro per pochi, oscuro nel senso più "denso" del termine, affogato nella malvagità, mai uguale a se stesso, turbinoso come il vortice del male, registrato e suonato con la dovuta perizia e, soprattutto, realmente
estremo perché concepito non per piacere al pubblico, ma per fare male.
Del resto, come mi raccontava lo stesso
Noktvrna Veithal, la mente del gruppo, gli
Ad Omega sono una band black metal, non i modelli di Dolce&Gabbana...
Il ventre dell'inferno è di nuovo gonfio, pronto a svelarci un'esperienza di isolamento notturno in campagna, tra miti e tombe che scandiscono i tempi degenerati dell'ateismo...
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