Il nuovo album dei
Cryptopsy, "
As Insatiable Violence"(
Season of Mist), si rivela un lavoro di altissimo livello e, a mio avviso, nettamente superiore al precedente. Il disco che lo ha preceduto,
"As Gomorrah Burns" (2023), soffriva infatti di una certa stanchezza compositiva: probabilmente i tentativi di innovare il sound non erano ancora perfettamente a fuoco, e ciò portava a una parziale perdita della brutalità sonora che da sempre rappresenta un marchio di fabbrica per la band.
In
"An Insatiable Violence", al contrario, i canadesi riescono a coniugare con grande efficacia quell’inintelligibilità tipica del technical brutal death metal – presente in album storici come
"None So Vile" (1996) o nello stesso esordio
"Blasphemy Made Flesh" (1994) – con una potenza devastante e una cura sonora profondamente moderna. La brutalità c'è, è assoluta, con tanto di sfuriate grind, ma viene sapientemente bilanciata con una produzione attuale, profonda e chirurgica, che valorizza ogni strato sonoro senza smussarne l’impatto.
Questa volta, però, non si tratta solo di impatto e velocità: le melodie, pur rarefatte, fanno capolino in modo strategico, contribuendo a stemperare l'opacità del tessuto sonoro e a rendere alcune sezioni più leggibili, senza mai compromettere l'estremismo di fondo. Il risultato è un disco che mantiene saldamente l’asse nella tradizione più feroce del genere, ma si apre anche a nuove sfumature, grazie a un’intelligente gestione del groove e a un’atmosfera cupa e stratificata, che in più momenti rasenta, vagamente, l’estetica del black metal.
Particolarmente notevole è il lavoro ritmico: la batteria è una vera e propria mitragliatrice, implacabile, mentre le chitarre, ipercompresse, creano muri sonori inarrestabili. In sottofondo, si percepiscono echi più moderni, sia nella profondità del mix che in certe tessiture atmosferiche. Il finale del disco è emblematico in questo senso: si avverte una riflessione stilistica che richiama le tendenze più recenti del death metal, con quel senso di disumanizzazione e gelo sonoro che caratterizza gruppi come
Ulcerate,
Dead Congregation e
Cruciamentum.
"An Insatiable Violence" è dunque un'opera che mostra i
Cryptopsy in uno dei loro momenti migliori: non una formazione sempre costante, certo, ma quando raggiungono le linee di vetta che gli appartengono, non ce n’è davvero per nessuno.
Un LP che riconcilia brutalità, tecnica e capacità espressiva in modo magistrale.
Recensione a cura di
DiX88
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?