Transcendence (prog) - Nothing Etched In Stone - Pt. I

Copertina 6

Info

Anno di uscita:2025
Durata:50 min.
Etichetta:Cosmic Fire Records
Distribuzione:All Noir

Tracklist

  1. DISCOVERY
  2. TAKE CONTROL
  3. ONE FEAR
  4. SHADES OF WINTER
  5. LAST SOLSTICE
  6. INFECT THE NATIONS
  7. THE EDGE AWAITS
  8. VOICES IN THE DARK
  9. LOST... DREAM
  10. IN... TIME
  11. RUINS... BEFORE THE DAWN
  12. OPEN THE SKY

Line up

  • Kirk Wood: bass, vocals (backing)
  • Derrek Edwards: drums
  • Jeff Ford: guitars
  • John Howser: keyboards, piano
  • Brian Dixon: vocals

Voto medio utenti

I Transcendence (nome originalissimo, ci sono tipo 750 band che si chiamano come loro) sono una band americana, che debutta nel 2001, che poi ‘esce’ un EP di tre tracce nel 2003 e che poi… sparisce misteriosamente, per poi ri-cicciare fuori in questo torrido 2025. Cambiato il cantante ed acquisito il discreto Brian Dixon, eccoceli proporre un concept album (da una band prog-metal non mi sarei aspettato nulla di meno!) sulla storia di un artista, di una misteriosa ‘fonte’ della creatività e di un mondo che va a rotoli e che rischia di schiacciarlo.
Stilisticamente, preparatevi a fare un salto nel passato: “Nothing Etched in Stone Pt. I” suona come il prog degli anni ’90, e i punti di riferimento immediati sono gli Shadow Gallery, gli Empty Tremor, i Circus Maximus della primissima ora, con un tocco di Labyrinth ‘Heaven Denied’ e una spolverata di Queensryche ‘Promised Land’. Prog dunque, ma anche power, ma anche momenti più riflessivi, con dei suoni di tastiera che non sentivo più da una vita ed una buona produzione.

L’album, in sostanza, al netto delle singole tracce, è in grado di farti fare un gradevole tuffo nei bellissimi tempi che furono, bellissimi per chi come me ha amato ed è cresciuto con quel prog là. Sull’altro piatto della bilancia, invece, mettete la poca originalità della proposta, una serie di pezzi che si confondono un po' l’uno con l’altro ed un filo narrativo facile da perdere. Insomma, questa prima parte del concept si lascia ascoltare senza fatica, ma si lascia con altrettanta facilità dimenticare… Li aspettiamo al varco per la parte 2, che ne dite?

Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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