Copertina 8

Info

Anno di uscita:2005
Durata:47 min.
Etichetta:Escapi
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. SHADOWLAND
  2. ENEMY IN ME
  3. COLD DAYS
  4. SAVE ME
  5. ALIVE
  6. NIGHTS IN DOVER
  7. TROUBLEMAKER
  8. SWEET SURRENDER
  9. FALLEN FROM GRACE
  10. PEACEFUL LAKE

Line up

  • Peter "Pani" Pauliks: vocals
  • Thomas "Tommy" Zink: guitars,backing vocals
  • Matthias Rethmann: bass
  • Dirk Brand: drums

Voto medio utenti

La sempre più prolifica scuola prog metal tedesca saluta il ritorno alle scene della band di Munster che esordì nell'88 con "Prime time" (disponibile solo in vinile), per arrivare ad un contratto con la SPV nel '95 in occasione della terza release "Time will tell". La pausa di riflessione è servita ai singoli membri sia per collaborare a diversi progetti (il musical "Magic of the dance") che a preparare un ritorno con uno stile rinnovato tale da porli un gradino più in alto di bands come Poverty's No Crime o Power of Balance, e l'ascolto ripetuto di "Shadowland" ne è la piena conferma: in tutti i brani gli elementi melodici si combinano perfettamente con quelli di matrice più prog, a questo aggiungete un tocco di pop rock moderno (Rasmus, Nickelback), la sapiente produzione di Michael Voss (Casanova), l'abilità tecnica dei singoli che eccede solo nella lunga parte strumentale della titletrack (7 minuti, il brano più lungo e più progressive del cd) ed ecco che risulta difficile parlare dei Lee Z come il solito clone senz'anima di Theater, Queensryche e Fates Warning. L'hard prog di "Enemy in me" ha un potente refrain melodico nel quale gli strati di tastiere giocano un ruolo importantissimo, la malinconica ballad "Cold days" alterna momenti di calma riflessiva (voce,chitarra acustica e tastiere) ad un refrain elettrico e moderno, mentre l'altro momento slow, la più dolce "Nights in dover", ci regala una strepitosa ed emozionale performance vocale di Pani Pauliks che riesce ad allontanarsi anche come stile a certi ruffianismi strappalacrime tipici di questi brani, il prog metal accattivante di "Save me" (grande intro strumentale che fa incontrare Dream Theater e Vanden Plas) colpisce al cuore con un refrain corale da stampo in testa ed un guitar solo centrale che nel finale si ripete aiutato da un poderoso drumming e piano, ancora hard melodic rock moderno con cambi di tempo strumentali nella parte centrale di "Alive", hard funky grintoso ed orecchiabile in stile Def Leppard per "Troublemaker". L'unico brano in cui affiorano maggiormente le influenze della band di Petrucci (unite però a sintetizzatori, voci filtrate e campionamenti) è "Sweet surrender", una delle tante dimostrazioni di come si possa fare un brano prog in meno di 5 minuti (occhio al rapido cambio di tempo che dura pochissimi secondi nell'istante 3.47 - 3.50 e l'acuto finale di Pauliks in pieno stile La Brie), ed in "Fallen from grace" ecco modernizzarsi le sonorità Queensryche del periodo Empire, la strumentale intimistica "Peaceful lake" ha il compito di chiudere il tutto (intro con drum machine, piano e chitarra acustica che lascia il posto a quella elettrica con sempre piano e tastiere in sottofondo, ricorda un po' il Gary Moore di "The loner" unito a "Disconnected part 2" dei Fates Warning e "Space dye vest" dei Theater).
Non è un disco da far gridare al miracolo, ma se siete stufi della solita minestra che seppur ben cucinata ha sempre lo stesso sapore (Circus Maximus?), tentare a cambiare menù con i Lee Z non credo possa farvi male.
Recensione a cura di Carlo Viano

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