Tornano i nostrani
Menagram con l’album nuovo e c’è una sostanziale novità.
Vengono abbandonate in parte le scorie black metal tranne per l’impostazione vocale e in alcune tracce come in “
Resurrection”, per abbracciare un doom più tradizionale ma ricco di atmosfera.
La produzione è naturale, volutamente scarna, questo credetemi in un’epoca derivata dalla plastica, con i suoni tutti uguali di mille e passa dischi è una benedizione.
La cosa che mi fa molto piacere è che il dualismo vocale che già ho notato in precedenza qui fa una progressione decisa come nel brano d’apertura “
Right hand of doom (Diaconus Dei revelation’s blues)" dove c’è una prova vocale maschile pulita e declamatoria.
Un pezzo strumentale atmosferico come “
The unborn child and the missing one" rende bene nella sua semplicità con un bell’uso dell’arpeggio e tocchi di effetti a dare ancora un bel quid inquietante.
In chiusura c’è “
L’eterno riposo” che prende un po' del dark sound degli
Jacula con un bel riffing, seguito dalla voce profonda e ricca di riverbero che enuncia la preghiera ai defunti con un rintocco lugubre.
Buon ritorno, a volte trovo delle sbavature vocali con qualche stonatura ma sono facezie, perché il risultato è godibile, sufficienza ampiamente meritata.
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