Copertina 8

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2025
Durata:35 min.
Etichetta:Immortal Frost Productions

Tracklist

  1. PRIMORDIAL SON
  2. NIDINGR
  3. ELITE
  4. LOKABRENNA
  5. ÉLIVáGAR
  6. BLAKKR HEART
  7. URKRAFT
  8. SURTALOGA

Line up

  • Vindsval: Everything (2010-2016), Vocals, Guitars (2016-present)
  • J: Guitars (2019-present)
  • P: Drums (2020-present)

Voto medio utenti

Lo spirito/parola Mara ha molteplici volti nelle diverse culture della storia umana. Si presenta velata come la forza degli incubi, il volto della morte, l’energia dell’anti-cosmo, la custode della fiamma :ᚦ:.
Il simbolo sopra rappresentato è la runa Þurisaz (ᚦ), tradizionalmente associata alle forze primordiali dei giganti, entità potenti e caotiche della mitologia nordica. Questa runa, in particolari interpretazioni del patrimonio mitologico norreno, è anche collegata simbolicamente a Thor, il dio guerriero che le combatte e che incarna la forza protettiva contro il caos.
Questa breve introduzione dovrebbe farvi presagire che nel caso degli svedesi Mara siamo al cospetto di una declinazione nera attinente alle frange Pagan… seppur in un'accezione estremamente violenta e iconoclasta.

I Mara – attivi già dal 2010 inizialmente per volontà del solo Vindsval – rilasciano tramite l'iconica Immortal Frost Productions, proprio in questa fine giugno 2025, il loro quinto full-length: "Sword of Vengeance".

Si tratta di un album che presenta un Black metal dalle tinte Pagan/Viking estremamente furioso che potrebbe richiamare ai Kampfar più agguerriti degli esordi, e alla fase maggiormente lineare e cruda degli Arckanum (di "Fran marder" del 1995), con alcuni echi bathoriani, possibilmente su una via ancor più cruda e lo-fi dei primi due nomi citati.
I Mara sono arrembanti, iconoclasti: suonano con il coltello tra i denti, pongono il momento tetico del dannunziano "memento audere semper" nell'involucro nero e gelido della più classica fiamma nera scandinava, con un'esecuzione a tratti approssimativa, tutta giocata su tremolo a lama di rasoio e batteria in blast beat assordante, che pare esser suonata su un container di acciaio. Tuttavia, questa violenza intransigente viene impreziosita da cambi di tempo fulminei e avvincenti – scuola Marduk – e da un alone mistico sacrale che ben si compenetra con quello più eroico dei frangenti epici.

Gli svedesi ci ricordano che, quantomeno nella sua declinazione portante, l'essenza del Black metal è il nichilismo attivo… Dunque distruggono con impeto tutto ciò che si frappone sul loro cammino.
Il lavoro anagogico di ricostruzione non spetta a loro, limitandosi esclusivamente a radere al suolo qualsiasi forma di intralcio, come custodi di una fase metafisica necessaria dell'Essere: quella di una fiamma che brucia solo per annientare.

P.S. Recuperate tutta la loro discografia, ma in particolar modo "Rök" (2019), lavoro ancor più bello di questo.



Recensione a cura di DiX88

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