Lo ammetto, non ero pronto a un disco come
“Legacy”. Proprio quando cominci a illuderti di aver ascoltato buona parte del progressive metal (con le sue mille sfaccettature) più “importante” degli ultimi anni, ecco che la realtà ti sbatte in faccia quella formazione a te sconosciuta che ti sorprende con la sua freschezza, augurandoti con tutto il cuore che sia qui per restare.
Il sound degli
Ihlo è moderno ma orecchiabile, con influenze che spaziano dai Muse ai MolyBaron e ai Leprous (
“Wraith”), ma con una forte personalità che emerge in diversi episodi più accessibili del calibro di
“Replica” o
“Empire”. Cascate di synth e muri di chitarre caratterizzano tanto
“Source” quanto
“Storm”, mentre
“Mute” è una mini-suite dai toni ayreoniani e decadenti.
La lezione dei connazionali Haken fa bella mostra di sé nella lunga
“Cenotaph”, che controbilancia la teatrale
“Haar”. Le atmosfere
spacey dell’emozionante titletrack sfociano nell’ottima
“Signals”, brano che avrebbe potuto scrivere Steven Wilson sotto steroidi. Encomiabile anche la produzione.
Senza dubbio tra gli
highlight di questo 2025.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?