Ormai è certo … nelle vene di
Kyle McNeill scorre copioso lo spirito ancestrale dell’
Antica Inghilterra, che si tratti di far rivivere, nei Seven Sisters, il nobile magistero di Thin Lizzy e Iron Maiden, o che siano, con questi
Phantom Spell, Uriah Heep, Jethro Tull, Magnum e Saracen, l’oggetto della sua brillante ispirazione artistica.
Una miscela di
folk-rock,
prog e
hard-rock che verosimilmente sarà apprezzata dagli estimatori, per tornare ai giorni nostri, di Tarot, Hällas e Wytch Hazel, a comporre un manipolo di abili e passionali eredi della
Grande Tradizione del
british-sound ottantiano più magniloquente ed evocativo.
Niente di “nuovo”, dunque, ma trattato in “
Heather & hearth” con la vocazione e il talento che sono assolutamente indispensabili per evitare l’effetto “scimmiottatura” e trasmettere all’astante tutto il
pathos che scaturisce da ambientazioni sonore intrise di elegia e richiamanti saghe mitologiche e avventure cavalleresche.
“
The autumn citadel” apre i cancelli di questo reame incantato ed estatico, perfetto per essere descritto dalla voce intensa ed emozionale di
McNeill, in grado di pilotare con estrema disinvoltura il clima eroico di “
Siren song” e poi i suoni palpitanti di “
Evil hand”, in una sorta di sentito omaggio agli immortali Uriah Heep.
L’affresco
prog “
A distant shore” ritorna a materializzare paesaggi brumosi e solenni, mentre con la
title-track dell’opera la scaletta raggiunge la sua acme emotiva, operando una formidabile interpolazione tra i Deep Purple più melodrammatici e l’
epos policromo dei Wishbone Ash.
E sempre a proposito di narrazioni epiche, l’albo si conclude con “
Old pendle”, rivisitazione di un canto popolare del
Lancashire (
Pendle Hill è famosa per un processo alle streghe nel XVII secolo), un’esplicita celebrazione di una delle fonti musicali primarie della
band.
In conclusione, non posso far altro che accogliere con entusiasmo “
Heather & hearth” e i
Phantom Spell tra i figli prediletti di una genealogia artistica che ha fatto della fusione tra musica e leggenda la sua favolosa e immarcescibile cifra stilistica.
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