Copertina SV

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2002
Durata:non disponibile
Etichetta:Beyond Prod.

Tracklist

  1. THE CHANT OF THE WITCHES
  2. PROLOGUE (WAITING FOR HIS COMING)
  3. THE RETURN OF THE HORNED KING
  4. SORROW OF THE WITCH
  5. THE DARK DREAMQUEST
  6. SAD DOOM OF A DARK SOUL
  7. THE ANCIENT KING OF ICE
  8. THE AWAKENING
  9. WITCHLORD
  10. SORROW OF THE WITCH (LIVE)
  11. SAGA OF THE HORNED KING (LIVE)

Line up

Non disponibile

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Ricevendo molti dischi ogni mese non posso fare a meno di accorgermi di come la quantità delle uscite inerenti al black metal, una volta eccessivamente numerose, stia diminuendo sempre più. Il periodo d’oro del movimento è di certo passato da un pezzo e l’eccessiva immissione sul mercato di band troppo simili fra di loro ha causato e sta causando un progressivo distacco dell’interesse del pubblico (fatta esclusione per grandi nomi come Immortal, Dark Funeral e Marduk, formazioni comunque oramai lontane dai fasti del passato), e questo non può che essere un bene. Lungi da me l’idea d’ impelagarmi in discorsi di carattere visibilmente “elitario” o “misantropico”, ma è innegabile che il black metal sia nato inizialmente come una musica destinata alla fruizione di pochi appassionati, e che l’eccessivo interesse suscitato attorno a questo genere da fatti prettamente extra-musicali abbia spinto folle di squallidi imitatori, spesso lontani dallo spirito originario del metallo nero, a cimentarsi in massa con questo sound saturando il mercato e, di conseguenza, i gusti degli ascoltatori. Nella scena italiana non sono molte le band che possono fregiarsi di un passato significativo in questo campo, anche se molti lo desidererebbero ardentemente confondendo a volte i sogni con la realtà; i Padovani Evol, ora rinati come Dead Eye, possono certamente andare fieri del loro passato, e questa ristampa dei loro primi demo, “The Tale Of The Horned King”, stampato nel 1993, e “The Dark Dreamquest”, pubblicato l’anno successivo, giunge appunto come degno tributo ad una band originale e fuori dai trend. Anche se al giorno d’oggi ascoltare gli ingenui riff e le semplici trame di tastiera contenuti su questi lavori potrebbe far sorridere, non c’è dubbio che gli undici brani contenuti in questa raccolta conservino ancora oggi un fascino naif veramente intrigante. Ad epiche atmosfere (simili ad alcuni lavori dei Summoning) arricchite da numerosi narrati femminili spesso viene ad aggiungersi un riffing legato alla primissima scuola del metal estremo, ricordando più volte i Celtic Frost, gli Hellhammer ed i nostrani Death SS. Gli Evol puntano quindi ad un approccio molto teatrale, allontanandosi dagli estremismi sonori della scena norvegese e proseguendo sul sentiero di una strada estremamente personale ed intimista, avvicinandosi a tratti alla concezione artistica e musicale dei “maestri” Abruptum. Concludono la raccolta due brani live, catturati in maniera quanto mai amatoriale al Live Suicide Pub di Venezia nel novembre del 95, che mostrano la band in una dimensione decisamente non consona alla loro proposta musicale riscuotere comunque approvazione da parte del pubblico presente. Onore quindi alla Beyond Production, che ha avuto il coraggio di riportare in vita il ricordo di un gruppo valido pubblicando un disco riservato ad una ristrettissima cerchia di fan, un lavoro che di certo non incontrerà alcun approvazione al di fuori di questa e che probabilmente al giorno d’oggi suona troppo datato ed immaturo, ma comunque dotato di atmosfere dannatamente intriganti.
Recensione a cura di Francesco 'HWQ' Bucci

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