Formatisi solo l'anno scorso, questa formazione tedesca ha adottato come nome un semplice e diretto
The Light, usato anche per dare titolo al loro esordio, uscito per la
Fastball Music.
Ma la musica che ci propongono non è certo così luminosa o solare come ci si poteva aspettare: da "
Swinging" in avanti li scopriamo alle prese con brani intensi e solidi, dove la ritmica ha un ruolo predominante, ed è un po' una sorpresa scoprire che dietro al drum kit siede, solo come guest, un tale
Sven. Maggiori informazioni si hanno invece sul resto della band, il terzetto che ha dato vita a questo progetto, ossia i due ex compagni d'avventura nei Frantic on March e negli Eyehatefish:
Alex Scherzr (anche ex V-HAJD ed ex Violent Changes) al basso ed il chitarrista
Holger Terhorst (ex-Corrosive), affiancati dal cantante
Nick Antonelli.
Tra le band che illuminano l'album si potrebbero citare i Mastodon, Metallica e Paradise Lost, ma per le parti più darkeggianti arrischierei pure qualcosa dei Dark At Dawn, per quanto su "
The Light" gli assoli di chitarra siano quasi una rarità, così come le variazioni di tempo ed atmosfere. Infatti, come già lasciato intendere, le canzoni scorrono pesanti, ma anche troppo omogenee, su dei riff massicci lasciando ben poco spazio all'inventiva, ed episodi come "
War", "
Toxic Dependence" e "
Fall" si attengono fedelmente a questo mandato, e tocca quindi prima alla frenesia alternative di "
Train to Nowhere" ed a seguire a quella "
Paradise" che si avvia alla guisa di una power ballad e con qualche concessione corale per poi mostrare i denti, con
Antonelli che i denti li digrigna un po' alla Hetfield. Dopo questa parentesi si torna sui binari iniziali con "
Run", seguita da una "
Call My Name" dominata dal basso di
Scherzr (che si ritaglia anche qualche momento di gloria), dalla titletrack dove affiora un po' di vivacità in più rispetto al
solito, e infine "
You Will Never Know" (con nuovamente il basso in gran spolvero) che comunque nulla toglie e nulla aggiunge a quanto ascoltato e scritto sinora.
Un esordio che getta basi solide (forse pure troppo) sulle quali i
The Light potranno costruire il proprio percorso musicale, magari con un pizzico di fantasia in più.
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