Questo ritorno degli
americani Revocation è denso non solo di musica estrema ma soprattutto è un album tematico sull’eccesso di tecnologia nel quale l’uomo si fa servo o apostolo in nome dell’
AI.
Un album che ci pone davanti dubbi etici e filosofici e lo fa fin dal titolo e dalla titletrack; qui c’è un condensato di death metal dal taglio moderno con proiettili thrashy in alcuni riff.
Abbiamo l’attacco pesantissimo di “
Sarcophagi of the soul”,i cambi di tempo repentini di “
Despiritualized” seguita dalla strumentale con echi fusion “
That all seeing” che vede la sei corde dell’ospite, l’israeliano
Gilad Hekselman fare evoluzioni melodiche ariose su un tappeto ritmico pesante.
Si, la pesantezza e la violenza sono forse i due fattori più evidenti di questo non album in studio e prima ho citato un ospite speciale, ma non è il solo, qui ce ne sono ben quattro a dare manforte tra cui
Travis Ryan dei
Cattle Decapitation in “
Confines of infinity”; ascoltate la traccia “
Cronenberged”, un flusso sonoro martellante di death/thrash a cui da manforte
Jonny Davy dei
Job For A Cowboy con una parte in midtempo di granito e il riferimento al regista
David Cronenberg non è stato scelto a caso.
Un disco violento, pessimistico, cupo anche se con spiragli di luce nelle melodie, ma se andiano verso la supremazia delle macchine e dell’intelligenza artificiale invece di usare la nostra, forse
Skynet non sarà solo un incubo cinematografico nato più di quarant’anni fa con il primo “
Terminator” di
Cameron...
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