Sono trent’anni che
Il Segno del Comando diffonde il suo inquieto verbo musicale, intriso di una forma di grande inventiva al servizio di un crogiolo stilistico dalla matrice
hard-prog, esoterico e ancestrale.
Un suono in cui s’intrecciano tante malie sensoriali, frutto di un’intensità emotiva che si avvicina “pericolosamente” al concetto di “cerimonia mistica”, tra sincopi, sussurri, invocazioni e turbamenti.
Un percorso artistico che meritava, insomma, un’adeguata celebrazione, ed ecco che la
band decide di pubblicare in forma autoprodotta, in
partnership con la
label genovese
Nadir Music, questo “
Sublimazione – Live” proprio per festeggiare il trentesimo anniversario di vita del progetto.
Registrato c/o lo spazio Webo (Pesaro, 31/01/2025) nell'ambito dell’evento “
Gala delle Nobili Sinfonie” (in cui il gruppo ha condiviso il palco con il Balletto di Bronzo e Mad House) per quanto riguarda il programma
standard, e al t-Blok (Olanda – 30/10/2022) per le tre
bonus-tracks, l’albo è davvero un esempio lampante delle straordinarie capacità evocative della musica di una
band che attingendo dalla
Grande Scuola italica del genere ha saputo sviluppare una revisione “evoluta” di quel sinistro e fascinoso
trademark, ottenendo così una personalissima e per nulla “condiscendente” esplorazione di sibillini e arcani rituali sonori.
Dal vivo, poi, come si conviene ad una formazione di tale levatura, i brani acquistano ulteriore tensione emozionale, dilatandosi e trasfigurandosi, pilotati dalla voce ieratica di
Riccardo Morello e dagli arabeschi esecutivi di strumentisti capaci di calarsi in questo dedalo di suggestioni mescolando tecnica e sensibilità in maniera veramente impeccabile.
Difficile, in tale contesto, effettuare “menzioni di merito”, anche perché francamente ritengo la discografia de
Il Segno del Comando assolutamente priva di debolezze, e ciononostante, da loro “fedele” estimatore, non posso esimermi dal provare un “fremito” speciale durante le esecuzioni di “
La taverna dell’angelo”, “
Il segno del comando” e della rabbrividente “
Missa nigra”, tra i primi saggi rivelatori di un estro e di un vigore espressivo straordinario, amplificatosi e perfezionatosi nel corso degli anni.
Alle suddette citazioni aggiungo, infine, un piccolo elogio “particolare” alla versione de “
Il calice dell’oblio”, che con le sue profonde scosse di cangiante
dark-prog conclude un compendio di pura e tumultuosa arte oscura, ben parafrasata dalle grafiche del disco.
Non mi rimane che esortare il lettore, adepto o (eventuale) neofita, ad impossessarsi senza indugi di “
Sublimazione – Live”, ricordando al secondo come il
Belpaese vanti una durevole tradizione di settore che non teme minimamente la concorrenza straniera (un po’ come lo sceneggiato da cui i nostri liguri mutuano la loro denominazione … altro che
fiction turche o interminabili e mediocri serie
horrorose …), proprio come ampiamente dimostrato già da qualche tempo da
Il Segno del Comando.