Ad un anno esatto di distanza dallo storico e leggendario "Heavy Metal Maniac", uscito nel 1983 per la Shrapnel, la band di John Ricci e Dan Beehler si trova dinnanzi alla dura prova di raggiungere e ripetere un livello musicale altissimo, come quello che aveva caratterizzato brani incredibili come "Stand up and Fight" e la title-track "Heavy Metal Maniac". Paradossalmente, e contro ogni aspettativa, gli Exciter non solo eguagliano il valore qualitativo del lavoro precedente, ma riescono addirittura a confezionare un album più maturo, ancor più incisivo, tagliente e devastante. "Violence and Force" non necessiterebbe nemmeno di una recensione; tutto il contenuto dell'album è magistralmente racchiuso nel titolo. Violenza e forza sono nelle chitarre taglienti e criminali, nella voce cattiva e trapanante, nella batteria inarrestabile e annientatrice, nel basso quadrato, granitico e annichilente. Gli Exciter con questo album segnano un nuovo modo di comporre musica, impregnato di una cattiveria gratuita e smisurata. Non basta molto per accorgersi della spietatezza sonora del trio canadese: già con la anti-intro "Oblivion", che prepara alla feroce title-track, ci si rende conto di quale sconvolgente potenza attenda l'incauto ascoltatore. "Violence and Force" è il pezzo che più di tutti rappresenta la band, ma tutto il lavoro si attesta su livelli altissimi, senza il benché minimo calo di intensità. "Pounding Metal", "Scream in the Night", "Destructor", Evil Sinner", solo per citarne qualcuna, rappresentano delle vere e proprie gemme di inestimabile valore, dei capolavori indiscussi, degli esempi lampanti di cosa sia veramente, e in tutto e per tutto, l'Heavy Metal. La formazione a tre degli Exciter è quanto di più bieco e violento la storia del metal abbia mai partorito, una vera e propria macchina killer inarrestabile che uccide penetrando come una lama affilata sino a squarciare e lasciare esanimi a terra. "Violence and Force" è scabro, scarno e semplice, e segue pienamente il motto ottantiano "Se ci sono tastiere non c'è Heavy Metal"; è un album schietto, che spiattella in faccia senza mezzi termini un modo di suonare e di concepire la musica metal che non era mai apparso come allora in tutta la sua cattiveria e che mai più sarebbe ritornato negli anni a venire. La musica degli Exciter, troppo heavy per essere heavy metal, troppo lontana dagli stilemi del thrash futuro per essere considerata pienamente thrash, si piazza nella scena come un qualcosa di stravolgente e di scioccante. L'heavy-speed-proto-thrash del diabolico ordigno perverso di John Ricci, riesce più volte a toccare un livello di agghiacciante perfidia che non sarà mai più raggiunto da nessuno in futuro, né tanto meno dalla scena estrema sviluppatasi ben un decennio più tardi. Sicuramente si tratta di un album che non può mancare nella discografia di ogni vero Heavy Metal Maniac, ma soprattutto deve essere anche un esempio, agli occhi di tutta la scena attuale, di come si possa essere veramente potenti e distruttivi anche senza i suoni compressi, i trigger alla batteria e le vomitate sul microfono. Un must di tutti i tempi.
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