Copertina 7

Info

Anno di uscita:2025
Durata:41 min.
Etichetta:Hammerheart Records
Distribuzione:Hammerheart Records

Tracklist

  1. DISSOLVED IN PURITY
  2. GREEN ANGEL
  3. CRYPTOCYNIC
  4. THE SWING
  5. DAEMONIQUE
  6. FIREGATE
  7. LESS THAN ZERO
  8. HATELAND
  9. NERO DIES
  10. MURDER
  11. PESTICIDE

Line up

  • Ralph de Boer: Vocals and bass
  • Ronnie van der Wey: Guitar left
  • Robbie Woning: Guitar right
  • Hans Spijker: Drums

Voto medio utenti

Con oltre trentacinque anni di attività alle spalle, i Dead Head continuano a rappresentare una delle realtà più autentiche e indomite del thrash metal europeo. Formatisi nei Paesi Bassi nel 1989 sull’onda dell’ammirazione per band come Possessed, Sacrifice e Dark Angel, i quattro hanno mantenuto intatta nel tempo la loro integrità artistica, restando fedeli a uno spirito feroce e intransigente. Dopo le recenti ristampe e le pubblicazioni di "Swine Plague" (2017), "Slave Driver" (2022) e del mini-album "Shadow Soul" (2024), tornano ora, nel novembre 2025, sotto l'egida della Hammerheart Records, con "Repression Tank", una rielaborazione del loro lavoro del 2009, "Depression Tank".

L’album, rinnovato da una produzione moderna curata da Erwin Hermsen e da una ri-registrazione delle parti di batteria, mostra una formazione ancora capace di unire velocità brutale, groove serrati e una carica espressiva che non conosce cedimenti né compromessi. Del resto, fin dal primo LP del ’91, "The Feast Begins at Dawn", i Dead Head ci hanno abituato a orge di violenza sparate in faccia attraverso i suoni metallici di un thrash metal dalle tinte hardcore, con frequenti sconfinamenti nel death. Certo, non si tratta di una proposta originalissima – si avverte con forza l’influenza dei gruppi sopracitati e, non di meno, di Slayer e Kreator – ma di sicuro impatto. Pochi fronzoli, niente strutture arzigogolate: i Dead Head vanno dritti al punto.

Raramente oggi si può ascoltare una furia così genuina e ispirata, dove, nonostante il costante spingere sull’acceleratore, i brani riescono a coinvolgere e a mantenere una propria identità. La ri-registrazione è, a mio avviso, un’operazione riuscita: la prima versione presentava varie pecche in fase di produzione, soprattutto per quanto riguarda il mixing dei bassi, talvolta troppo in rilievo e penalizzante per le parti di grancassa. Forse la maggiore pulizia sonora di questa nuova release va leggermente a discapito della violenza spontanea, ma si tratta di dettagli. Il risultato complessivo è solido e convincente.

Se non conoscete i Dead Head, può essere una buona occasione per conoscerli – oltre a recuperare i primi dischi – acquistare "Repression Tank". Se invece vi sono già familiari, ora avete tutti gli strumenti per fare le vostre valutazioni.

Recensione a cura di James Curzi

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