Arrivano dai Paesi Bassi, nascono nel 1985 e debuttano nel 1989 con "Welcome to the Asylum" sotto AAARRG! Records, una label sinomino di garanzia per i thrashers di tutto il mondo. Con sede a Bochum, in Germania, la label di Ralph Hubert, che accanto al logo riportava la dicitura (indubbiamente condivisibile) "The sign for great metal quality", produsse. a partire dal 1985 di "Queen of Siam" degli Holy Moses (num. di catalogo: Aaarrg 1), album e bands imperdibili, dai Living Death ai Sacred Chao, dai Target ai Mekong Delta.
Tra questi grandi nomi entrarono anche i Lunatics Without Skateboards Inc, ventunesima release della casa discografica tedesca, autori di un thrash veloce e relativamente tecnico (ritmicamente parlando), trascinato dal drumming fenomenale di Donovan e della voce "americana" di John. Apertura affidata alla veloce "Crystal Lake", seguita a ruota da "L.W.S. Inc", indubbiamente una delle songs migliori del lotto, in grado di alternare velocità quasi crossover (ma suonate come si deve, al contrario di molti gruppi thrash/hc) a momenti da mosh come nel bridge centrale, senza scordare refrains d'impatto come nella miglior tradizione USA. "Die a Violent Death" o "1428 Elmstreet" mostrano le caratteristiche del songwriting dei cinque: strutture essenziali ma riff velocissimi, batteria ultra-fast e voce in stile Baloff, seppur decisamente più pulita. Con "Count your Blessing", evocativa e ricercata nelle proprie soluzioni claustrofobiche acustiche, i LWS Inc. si mostrano fautori di un thrash più pensato, ma si ritorna presto alla velocità asfissiante con "Mental Weakness", aperta da un duetto tra la lead guitar e acustica che mostra buone idee ma un'esecuzione non proprio felicissima. I cinque si rifanno subito con "Go Song", un minuto e tre secondi in stile Nuclear Assault, e con il grande terzetto conclusivo "A prayer for the Dying"/"Pieces of Human Waste"/"Curse of the Creeps".
Nel complesso questo "Welcome to the Asylum" è un signor disco, anche se a mio avviso si tratta di una delle release meno prestigiose e qualitativamente imperdibili del catalogo AAARRG!; ben prodotto, ben suonato e con grandi momenti di mosh assoluto: cosa chiedere di più? Chiarisco subito che non si tratta di un must assoluto, di uno dei quei dischi da avere a tutti i costi, ma in vinile lo si trova a prezzi davvero contenuti, quindi vi consiglio, se lo trovate a qualche fiera, di non farvelo scappare.
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