La
Punishment 18 per i thrashers della penisola è un porto sicuro e rincuorante, con una scuderia di band che vertono su sonorità prettamente vecchia scuola, alcuni nomi di culto e nel loro piccolo prestigiosi (
Insidia e
Schizo su tutti) e una preziosa opera di ristampa di alcuni lavori ormai dimenticati.
Questo giro si parla della cult band
Alligator, attiva negli anni ’90 con una tripletta di album e poi sparita nel nulla.
La
Punishment 18 si è presa carico della ristampa dei primi due album e quindi cominciamo a parlare dell’esordio di questo gruppo sfortunato.
Nel 1991 (anno di “
Arise” tra i tanti) esce “
Immortal Entity” e onestamente non c’è molto da dire al riguardo, se non che si capisce perché certi dischi di band sfortunate si ricordano ancora oggi e altri no: il debutto degli
Alligator risulta davvero molto scolastico e con poca personalità.
Se non conoscete la band, immaginatevi una miscela del Thrash Metal tipico della bay area con il Thrash/Death dei
Sepultura di fine anni ’80 e avrete un quadro completo della proposta.
Il vero problema è che per quanto le canzoni fossero ben suonate (e prodotte così così, ma l’Italia non era l’Eden del Metal in quegli anni, anzi) presentando anche dei riffs e degli assoli piacevoli, il songwriting era davvero molto basico e non c’era assolutamente l’impatto che il genere dovrebbe avere.
Il tutto si riduce a questo che fa invecchiare male, molto male questo lavoro.
Ma tre anni dopo la musica e soprattutto il livello qualitativo cambiarono notevolmente…
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