Copertina 8

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2025
Durata:39 min.
Etichetta:Dying Victims Productions

Tracklist

  1. SOLARION'S WAKE
  2. PULSAR
  3. A LEGEND OF THE FALL
  4. SWEAR BY THE MOON
  5. AN ANTHEM FOR THE SPOTLESS MIND
  6. BROTHER OF SLEEP
  7. STARBEAST
  8. INTO THE REALM OF DISTANT WONDERS
  9. THE EMPRESS AND THE FOUNDLING

Line up

  • Marco Herrmann: vocals
  • Jonas Zeidler: drums
  • Philipp Meyer: guitars
  • Tom Michalik: guitars
  • Stefan Deutsch: bass
  • Jonas Zeidler: drums

Voto medio utenti

I Firmament aprono il loro secondo album, sempre in collaborazione con la Dying Victims Productions, con la breve traccia strumentale "Solarion's Wake" (e per una volta non si tratta del solito banale intro) dove sono le chitarre di Philipp Meyer e Tom Michalik a mettersi in evidenza (e aprendo sin da ora un debito con la ditta Murray & Smith), poi quando è il momento di "Pulsar" oltre ai due chitarristi, a dettare la scena si ergono il bassista Stefan Deutsch e soprattutto il nuovo cantante, Marco Herrmann.

Siamo solo agli inizi ma pare già evidente come, rispetto al precedente "We Don't Rise We Just Fall", più lineare e maggiormente legato all'Hard Rock settantiano, la formazione tedesca abbia optato per una proposta più heavy, spesso con un taglio spiccatamente maideniano che è evidente su brani come la già citata "Pulsar" o la seguente "A Legend of the Fall", che mi ha ricordato un po' i nostri Mesmerize, e credo che l'ingresso in formazione del talentuoso Herrmann al posto del precedente frontman, Maik Huber, abbia contributo… e non poco. "Swear by the Moon" sorprende poi per quel flavour epico (quasi a riecheggiare i Warlord) che si sposa perfettamente ad una struttura più articolata e cangiante, lungo le quali si esalta non solo Herrmann ma anche la coppia Meyer & Michalik. Siamo a metà del viaggio e finora non c'è traccia di episodi banali e dozzinali, e tantomeno di passaggi pretenziosi o pretestuosi. E il meglio deve ancora venire, infatti, "An Anthem for the Spotless Mind" non solo è un clamoroso omaggio alla N.W.O.B.H.M., ma lascia trasparire qualche rimando a Wishbone Ash e ai Blue Öyster Cult, per questi ultimi specialmente a livello corale, e se "Brother of Sleep", la brillante "Starbeast" e la conclusiva "The Empress and the Foundling" che pur lasciando intravedere un gradevole appeal melodico sono comunque incalzate, al solito, dalle twin guitars, spaziando da Thin Lizzy e Tokyo Blade sino agli ultimi Iron Maiden, con "Into the Realm of Distant Wonders", dove mi pare di cogliere qualcosa dei Trespass, tornano a dare vita ad un brano meno immediato, dai toni drammatici ed eroici, arricchito da spunti quasi Progressive.

Se finora pensavo che Chris Black con i suoi High Spirits fosse il miglior interprete della lezione impartita dalla N.W.O.B.H.M. e dal British Rock, con "For Centuries Alive" i Firmament mi stanno facendo ricredere.

Un gran balzo in avanti rispetto all'esordio... nello spazio più profondo ma anche nei miei ascolti e se continueranno a progredire li aspetteranno grandi soddisfazioni.



Metal.it
What else?
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.