Ancora un po’ “scosso” dallo scioglimento dei Nightblaze, gruppo di punta della
Art Of Melody Music / Burning Minds Music Group, accolgo con grande interesse (e nella speranza di un effetto “consolatorio” …) l’ingresso nel pregiato
roster del
network discografico italico dei
Backlash, una nuova formazione di
rock melodico, in realtà formata anche da nomi parecchio noti della scena musicale del
Belpaese, quali sono quelli di
Massimo Ordine (ex Xteria e Perfect View) e
Angelo Franchini (bassista originale dei Crying Steel).
Con
Andrea Frighi a completare la
line-up, il trio, supportato in “cabina di regia” da
Roberto Priori (sempre a proposito di “vecchie conoscenze” del nostro
rockrama … Danger Zone, Wheels of Fire, Raintimes, …) e da una selezione di provetti ospiti esecutivi, sforna un gioiellino di raffinata materia melodica intitolato “
Time to impact”, incastonando in una pregiata montatura espressiva dodici gemme d’impronta Journey, Giant, Toto, Bad English (
ça va sans dire, visto il
monicker della
band …), Lionville e Work Of Art, dal taglio sfaccettato e piuttosto peculiare.
Come ben sanno gli esperti del settore, il taglio è una componente essenziale per definire la qualità, la brillantezza e il valore di una pietra preziosa, e allora parafrasando “arditamente” il mondo dell’alta gioielleria, mi sento di affermare che i nostri tramite cultura, competenza e precisione sono stati in grado di operare sulla lezione dei
Maestri del genere in modo da massimizzare la luce melodica profusa dai brani.
Prendiamo “
Aimless games” … non è difficile immaginare gli estimatori dei Work Of Art sottoposti ad un sobbalzo emotivo, di quelli, però, che non si spengono velocemente in favore dei beniamini e che anzi esaltano le nobili peculiarità di uno dei mastodonti dell’
AOR contemporaneo.
Situazione analoga la riservano i saliscendi armonici di “
All on the line”, forse un po’ più “classici” nell’ispirazione (qualcosa tra Toto e Journey) e tuttavia galvanizzanti al pari della melodia crepuscolare che avvolge “
No shelter from the blues”, che aggiunge alle suggestioni d’ascolto bagliori di FM e Bad English.
I
Backlash sanno anche spingere sull’acceleratore e la dimostrazione di tale capacità arriva con “
Lost and found” (qualcosa tra Deep Purple e certi Drive She Said) e se “
Forever night” ritorna a sollecitare con profitto il lato più languido e raffinato dell’ascoltatore, sfruttando una cristallina struttura sonora (degna dei World Trade), “
Mirrorsplay” va anche oltre puntando su pulsazioni notturne, chitarre struggenti e cori vaporosi, a comporre un’atmosfera magicamente romantica.
Clima che “
A minor love” interrompe con il suo dinamismo magniloquente e policromo, e che con “
Looking for a stranger” ritorna su latitudini tipicamente Journey-
esche, scontando in entrambi i casi un esiguo calo nella tensione emozionale, posizionata comunque ampiamente oltre la soglia dell’apatia.
Un bel momento di vellutato
hard-blues è sempre beneaccetto ed ecco che “
Doing time” concretizza le suddette considerazioni e a chi non disdegna tali istanze stilistiche declinate in forma ancora più “spirituale” è indirizzata “
Tumbleweed”, mentre la fremente “
Cold case of rock ‘n’ roll”, pilotata dall’ugola dello
special guest Lee Small (The Sweet, Shy, Phenomena, Lionheart, …), aggiunge ulteriore ardore
Glenn Hughes-iano all’impasto sonico.
“
Over and over” pone un sigillo finale all’insegna della tipica spigliatezza
adulta a “
Time to impact”, un debutto che ratifica il brillante presente artistico dei
Backlash e lascia presagire un futuro forse ancora più scintillante, quando certe irrisorie sfocature saranno verosimilmente sbaragliate da un naturale consolidamento delle loro già imponenti prerogative espressive … per ora un enorme benvenuto tra i migliori
gemcutters emergenti della scena musicale di riferimento se lo meritano tutto.