L'esordio dei misteriosi americani
One of Nine, "Eternal Sorcery" del 2023, era stato un bello scossone nel panorama mondiale del Black Metal di matrice sinfonica ed aveva imposto il nome del gruppo come uno dei più interessanti della nuova generazione.
Il nuovo album,
"Dawn of the Iron Shadow", che esce per
Profound Lore Records (anche questo segnale di accresciuto interesse intorno ai nostri), conferma la qualità degli americani e va a migliorare il già ottimo debut attraverso una scrittura più raffinata ed una maggiore attenzione anche ai più piccoli dettagli.
Il suono degli
One of Nine ci riporta alla metà degli anni '90 in virtù di una miscela di influenze che vanno dagli Emperor ai Gehenna, passando per i Summoning, soprattutto per alcuni "ricami" tastieristici di grande effetto, il tutto all'insegna di atmosfere epiche e magniloquenti in linea con il concept tolkeniano che viene affrontato con profondità di intenti e reale passione filologica.
Gli
One of Nine riescono, con grande senso di equilibrio, a bilanciare il Black Metal sinfonico con parti recitate, cori imponenti e drammatiche aperture medievaleggianti senza snaturare, per un solo secondo, il concetto di canzone e, soprattutto, rimanendo sempre fedeli ad un approccio decisamente estremo alla musica, sebbene il ricorso alla melodia, di stampo "eroico", soprattutto nei bellissimi mid tempos, sia il vero selling point di un album senza sbavature, di certo non originale, ma dannatamente coinvolgente nelle sue trame e nel suo essere fortemente legato alla tradizione di un suono che, forse troppo presto, ha smesso di risultare credibile ed interessante.
Gli
One of Nine, in decisa controtendenza, sono, invece, credibilissimi in quello che fanno e la loro musica, così ben stratificata e mai banale, ricca di idee vincenti ed in grado di cesellare magnifici affreschi di fronte ai nostri occhi (l'artwork Glorfindel’s Bane, opera di Nasmith del 2020, ne è una spia), ci riconcilia con la vera essenza di questo tipo di Black Metal, una essenza che vive di eleganza e gelido fulgore in un turbinio di emozioni e splendidi spunti narrativi che ci riportano indietro nel tempo verso epoche e lande remote in cui perdersi completamente e, forse, per sempre.
Un ritorno gradito, dunque, per una band perfettamente conscia dei propri mezzi ed in grado di regalarci musica ricercata ma non stucchevole: il supporto, mio e vostro, di conseguenza, deve essere incondizionato.
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