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Info

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Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:1988
Durata:46 min.
Etichetta:CBS

Tracklist

  1. THUNDERSTEEL
  2. FIGHT OR FALL
  3. SIGN OF THE CRIMSON STORM
  4. FLIGHT OF THE WARRIOR
  5. ON WINGS OF EAGLES
  6. JOHHNY'S BACK
  7. BLOODSTREETS
  8. RUN FOR YOUR LIFE
  9. BURIED ALIVE (TELL TALE HEART)

Line up

  • Tony Moore: vocals
  • Mark Reale: guitars
  • Don Van Stevern: bass
  • Bobby Jarzombek: drums

Voto medio utenti

Anno di grazia 1988 i Riot pubblicano "Thundersteel" album di straordinaria bellezza, un fantastico connubio tra potenza e melodia, Mark Reale dopo una lunga carriera passata sui i palchi di mezzo mondo a suonare metal con la sua band mostra una vena creativa che lascia sbalorditi. L'album esce per la multinazionale CBS Records, il sound è ottimo, la produzione di Steve Loeb è sfavillante, Mark Reale ha classe da vendere, ottimo compositore, eccellente chitarrista ritmico e solista, recluta Bobby Jarzombek, batterista funanbolico, Don Van Stavern, bassista tecnico e velocissimo, e l'incredibile vocalist Tony Moore, una graditissima sorpresa. "Thundersteel" vede il ritorno sulle scene da parte dei Riot dopo qualche anno di silenzio, un ritorno in grande stile, questo album rappresenta ciò che sarà "Painkiller" per i Judas Priest, due band con svariati album alle spalle diventati dei classici del metal e che di conseguenza non hanno nulla da dimostrare a nessuno ma sul finire degli anni '80 esprimono tutta la loro classe sfornando due capolavori; "Thundersteel" è paragonabile ad un'irruzione vulcanica, una colata lavica fatta di puro metallo. La title-track è uno dei pezzi metal più belli che orecchio umano abbia mai sentito, riff di chitarra velocissimo, batteria in doppia cassa, nell'arco di tutto l'album Jarzombek offre una prestazione di altissimo livello, e la bellissima voce di Moore che domina sopra la corazzata di nome Riot, spettacolare l'assolo di Reale che ricorda tantissimo l'assolo di chitarra più famoso del metal, quello di "Highway star" di Richie Blackmore. Moore è un cantante dotato di una voce chiara, melodica e dalla notevole estensione, incredibile gli acuti di cui è capace; insieme ai Riot incise il successivo "The privilege of power" per poi sparire nel nulla, purtroppo. La song successiva "Fight or fall" ha una ritmica assassina alla Jeff Waters degli Annihilator ma molto più melodica, l'immagine in copertina di un carro-armato che avanza e distrugge qualsiasi cosa si trovi davanti alla propria strada può rendere l'idea, con "Sign of the crimson storm" Tony Moore mette in mostra tutta la sua liricità, classica cavalcata metal da headbanging in sede live, altro bell'assolo di Mark Reale; altra rasoiata con "Flight of the warrior", Jarzombek in evidenza fin dalle prime batture, un grande batterista con la doppia cassa e non il solito ottuso e monotono drummer del power moderno, incredibile prestazione di Reale con assoli fantasiosi e tecnici. Neppure un attimo di tregua e si parte a testa bassa, sembra di spiccare il volo con "On wings of eagles", il pezzo vive su delle accelerazioni dettate dai cambi di riff di Reale (altro che Children of Botom), speed metal song con un finale in crescendo da infarto, ora è il turno di "Johnny's back" nella quale Van Stavern apre le danze con il suo basso a dettare i tempi creando con Bobby una sezione ritmica potente, veloce e dinamica, mentre Mark ci delizia con un assolo ricco di feeling e tecnica; breve attimo di respiro, una chitarra acustica apre "Bloodstreets" accompagnata dal dolce suono di un flauto, irrompe la chitarra elettrica e Moore fa risplendere la sua splendida voce in questo pezzo dalla struttura semplice ma dal grande impatto emotivo. "Run for your life" è un pezzo hard rock lineare nel quale la band si distingue per la forza d'insieme, song compatta e veloce, questa canzone ricorda il vecchio repertorio della band quando i Riot erano formati da ragazzi figli di immigrati italiani con sede a New York, Guy Speranza, Jimmy Iommi, Peter Bitelli, Rick Ventura e Mark Reale. "Thundersteel" non poteva che essere chiuso da una canzone splendida quale è "Buried alive (tell tale heart) in cui vengono sfiorati nove minuti di musica; pezzo atipico per la band americana, tempo cadenzato e dall'atmosfera leggermente cupa, un lungo arpeggio iniziale fa da preludio al suono tetro delle campane, riff di chitarra taglia gole ed ennesima ottima interpretazione di Moore che dimostra una notevole versatilità con un cantato più basso di tonalità in sintonia con la song. Lo scorrere degli anni non scalfirà la bellezza di questo capolavoro grazie ad una produzione ancora oggi modernissima e per la qualità dei contenuti, "Thundersteel" It's only heavy metal!
Recensione a cura di Lorenzo 'Txt' Testa
Capolavoro!

per questo disco non è affatto inappropriato utilizzare il termine CAPOLAVORO!!! Senza esagerare, uno dei migliori album di puro heavy metal degli anni '80. La title track e "Flight of the warrior" su tutte!!!

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 14 dic 2017 alle 22:57

Che album incredibile!!!!!!!!!! Thundersteel è una delle mie canzoni preferite in assoluto...

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