La band inizia la propria carriera musicale all'insegna del classic metal ma dopo alcuni cambiamenti (anche di line-up) approda ad un progressive-power metal di buona fattura, in grado di accontentare i palati degli ascoltatori di entrambi i generi. Nell'arco di quattro brani, abbastanza lunghi ed articolati, i cinque musicisti riflettono ampiamente un bagaglio musicale cresciuto e rafforzato con il tempo. Sono percepibili varie e differenti influenze, che spaziano dai soliti Dream Theater ai Symphony X, dai Metallica (soprattutto per i riffoni di Thomas ed Emanuele) ai Judas Priest. In "Last Winter" abbiamo anche l'inserimento di parti eseguite dalla cantante Katia Primerano. Le parti di tastiera sono piacevoli (ottima l'apertura melodica all'inizio di "The Flame") e sostengono a dovere le invenzioni dei due chitarristi. Parti di batteria interessanti, cambi di tempo e stacchi funky del basso sottolineano una buona preparazione anche da parte della sessione ritmica. Maurizio, il cantante, in alcuni frangenti convince, in altri sfigura abbastanza... ma consideriamo che "Horror Vacui" rappresenta il debutto della band e quindi il primo impatto va considerato come un momentaneo momento di passaggio. I testi della band sono purtroppo noiosi ed incolori (pappe introspettive), ma assumono valore dall'inserimento di parti in italiano che accelerano il processo di assimilazione e mixing culturale e musicale. Una prova discreta.
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