I tempi in cui i gruppi “underground” tentavano timidamente di emergere da questa loro condizione tramite scarne cassettine talvolta registrate in maniera a dir poco “amatoriale” sono ormai completamente tramontati e oggi, fortunatamente (anche se un pizzico di rimpianto per quella “ingenuità”, rimane in chi l’ha vissuta!), grazie alla tecnologia e ad una maggiore professionalità collettiva, è decisamente più facile cogliere le eventuali potenzialità di tali bands, senza doverle intuire con difficoltà nascoste da incisioni caotiche o apprezzarne il gusto estetico senza presumere salassi economici al limite della bancarotta.
Nonostante ciò, non mi era mai capitata una formazione che affida ad una sorta di vero e proprio progetto multimediale le sue speranze d’emersione in un mercato discografico sempre più congestionato.
E’ questa la scelta dei Colouremotion, che con questo demo in formato Cd/Dvd, combinano la preparazione esecutiva e l’inventiva di Luca Franzolini con l’estro del grafico ed informatico Kristhian Mason, realizzando un prodotto piuttosto sorprendente che si presenta dal punto di vista musicale con tredici brani di heavy metal strumentale.
Insomma, una scelta abbastanza coraggiosa, la quale appare ancora più singolare durante la visione del Dvd, il quale, ripreso in studio, ha come unico protagonista il bravo Luca alle prese con chitarre, batteria e basso, con le immagini che lo vedono impegnato nei vari strumenti mixate in dissolvenza e incastro, dando vita ad una situazione espressiva particolare, che però alla lunga può anche, dopo l’effetto “sorpresa” e in assenza di grosse variazioni di “copione”, risultare un pochino stucchevole.
Ritornando alla musica, il metal ora maggiormente oscuro, ora “thrashettoso” dei Colouremotion, si offre agli ascoltatori senza un’ostentazione tecnica fine a sé stessa, le costruzioni melodiche sono quasi sempre piacevoli e costante è il groove delle composizioni, che spesso sembrano fatte apposta per essere amalgamate con una voce all’altezza della situazione, tanto che in svariate occasioni ci si aspetta quasi il suo “naturale” ingresso; un’attesa che rimane tale lasciando una minima sensazione “d’incompiutezza”.
Forse il punto è proprio questo e a costo di limitare quella “… libertà dell’ascoltatore di interpretare la musica …”, dichiarata nel flier d’accompagnamento come la ragione che sostiene la scelta di non usufruire di una componente vocale, il mio modesto consiglio è di cercare un buon cantante (a meno che Franzolini sappia fare anche questo!) al quale consegnare l’interpretazione anche solo di alcune delle Vostre canzoni, che a mio parere non risulterebbero affatto snaturate e si gioverebbero di tale presenza.
Tra le varie tracce (per i titoli delle quali, continuando nel clima “cromatico”, vengono prevalentemente utilizzati i nomi dei colori) tutte contraddistinte da buone qualità, mi limito a segnalare la mia preferita assoluta, “Cyan” (peculiare anche nel dischetto versatile, con il suo suggestivo finale “piovoso”) e una discreta cover di “Electric funeral” dei maestri incontrastati Black Sabbath (era il caso di specificarlo?).
Originalità, preparazione e creatività sono doti innegabili del duo udinese, che potranno ancora crescere con una maggiore varietà di soluzioni musicali e visive, magari allargando il progetto a qualche nuova contribuzione, capace di consolidare ancora meglio le intuizioni già allo stato attuale degne di considerazione.

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