Non è possibile che una band promettente come i
Legion Of Darkness sia passata da un pagan black di ottima fattura ad un death metal dal sapore americano banale e poco ispirato. Alt, ferma tutto! Dopo mezz'ora di deluso ascolto mi sorge un dubbio, e provo a levare il cd dal lettore... non sono i Legion Of Darkness!! Se penso che un banale errore di distrazione poteva confondermi le idee riguardo ad un capolavoro di tale portata mi viene istintivamente da mettere le mani nei capelli! "Cantus", al contrario di quello che dicevo in apertura di recensione, è un lavoro bello, vario, complesso, maturo... e chi più ne ha più ne metta. Rileggendo il mio giudizio riguardo al precedente demo, mi sono ricordato che avevo puntato tutte le mie speranze su questo duo palermitano, e "Cantus" per fortuna riesce a non deluderle bensì a rafforzarle! Il primo termine di paragone è la fiera epicità di Taake, con quella sottile vena di malinconia che pervade in continuazione le composizioni e fa da contrasto perfetto con le rabbiose vocals. Alcuni inserimenti di cori maschili alla Ulver mi hanno riportato con la mente ai tempi dei fasti di Bergtatt, pur mantenendo una certa distanza stilistica dal modello norvegese. La musica dei Legion Of Darkness non è fredda e distaccata in stile scandinavo, ma più calda ed avvolgente nel suo dipanarsi attraverso canzoni lunghe ed articolate, mai insistite oltre una certa misura. Tranne le due bellissime strumentali tutti i pezzi si attestano intorno ai dieci minuti, ma il loro svolgimento non lineare tutto imperniato su improvvisi cambi di tempo e di umore non si rende mai inopportuno... grandissime a questo proposito "Lost Atlantis" (che offre anche echi dei Satyricon di "Nemesis Divina") e la strabordante "Shadows Over Parnassus". Addirittura in questo pezzo la band si permette di buttarsi sulle orme degli ultimi Enslaved, coniando una serie di riff cervellotici e complicati senza renderli stucchevoli. Un grandissimo risultato, a cui ha contribuito anche il guest Claudio Diprima dei power metallers Thy Majestie, che ha permesso di superare tutti i limiti del precedente demo programmando una drum machine assolutamente all'altezza delle song. Peccato che i suoni siano sintetici, e che questo si senta molto... spero che insieme ad un imminente contratto (se nessuna etichetta si accorge di questo gruppo, piuttosto che lasciarli senza contratto li promuovo io giusto per il piacere di ascoltare la loro fantastica musica!) arrivi anche un batterista in carne ed ossa, in grado di rendere perfetta una band che attualmente con "Cantus" si propone prepotentemente ai vertici della scena black metal italiana! I miei complimenti!!
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