Copertina 5

Info

Genere:Fusion
Anno di uscita:2002
Durata:56 min.
Etichetta:Inside Out
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. MOONBABIES
  2. THE NOBLE SAVAGE
  3. ATARAXIA
  4. TONAZ
  5. BOY WITH A FLUTE
  6. INTERLUDE IN MILAN
  7. DIGITAL VERTIGO
  8. GROUND ZERO
  9. MIDNIGHT BELL
  10. IGNOTUS PER IGNOTIUM

Line up

  • Derek Sherinian: keyboards
  • Tony McAlpine: guitars
  • Virgil Donati: drums
  • Tom Kennedy: bass
  • Jimmy Johnson: bass
  • Billy Sheehan: bass

Voto medio utenti

Non vorrei che Sherinian, una volta entrato a far parte della band di Malmsteen, abbia subito il contagio della famigerata "Malmsteenite": malattia il cui primo caso fu riscontrato dagli esperti in Svezia.
Subdola, pericolosissima e potenzialmente dilagante, una sorta di andropausa artistica difficile da debellare, una volta avvenuto il contatto.
Sta di fatto che "MoonBabies" desta, ahimè, segnali preoccupanti.
Certo, è pur vero che, benchè il primo contatto con la cellula malm....ehm...madre sia ormai già avvenuto da tempo, è ancora troppo presto per tirare somme e non sarà certo un passo falso a far cadere nel dimenticatoio ottime produzioni quali Planet X, Universe, Inertia, Live From Oz (mah sì, accomuniamoli pure i due progetti, che non fa una grinza..).
Per quanto mi riguarda, "MoonBabies", anzichè rappresentare un punto focale nella discografia dell'istrionico Derek, ne costituisce una pausa, un noioso contrattempo.
Sì, perchè qui non si tratta nemmeno di immobilità evolutiva, ovviabile, se poi il prodotto risulta compositivamente valido.
Qui si tratta proprio di ripetere pedissequamente e senza rispetto alcuno per noi fans, tutto ciò fatto in precedenza, con la sola variante di un'ulteriore platonica enfatizzazione dell'aspetto tecnico/strutturale dei brani.
In assenza totale d'altro, essa a poco può servire: di certo non a salvare "baracca e burattini".
Ci si ritrova ad ascoltare, fin dalle prime note, un continuo copia-incolla di idee, passaggi, situazioni e fraseggi solistici riciclati, pescati indistintamente sia dalla produzione solista, che dallo scorso operato a nome Planet X.
Il tutto, appunto, rimescolato male e senza pazienza affinchè tutto l' "impasto" si amalgamasse e si assestasse a dovere.
Che sia opportuna a questo punto, al fine di una rigenerazione creativa, una piccola pausa per i Planet X e per Derek?
A seguito di uscite così continue e serrate, non sarebbe uno scandalo.
Sì, insomma....una sorta di quarantena cautelativa, sempre che nel frattempo, continuando a frequentare certe "scandinave compagnie", l'operato del nostro non venga definitivamente traviato dal suddetto morbo.
Recensione a cura di Fulvio Bordi

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