Depressive metal, questa è la definizione usata dagli ellenici “On Thorns I Lay” per descrivere il loro particolare stile, una sorta di mix fra i Novembre, i Lacuna Coil ed i Theatre Of Tradedy più pacati e misantropi. Giunti al quinto disco, il combo ha trovato nuovo sangue trasferendosi in Romania ed allargando la formazione con Evans alla batteria e Claudia alla voce, rendendo così il sound ancora più malinconico e sognante, merito anche della produzione, certamente non degna di nota dal punto di vista tecnico ma assolutamente adatta alla musica proposta. Nel corso delle 8 tracce di “Angeldust” (nessuna similitudine con i Faith No More) sono molte le idee valide e le soluzioni interessanti, a tratti quasi pop, che potrebbero spingere la band capitanata da Chris verso una fetta di pubblico decisamente più ampio, anche se è innegabile l’ancora non conseguita maturità del combo, eccelso durante brani come “Deep Thoughts” e “Moving Cities” ed altrettanto noioso come ad esempio durante “A Light In Paradise”. I radi interveti eseguiti con voce di matrice quasi death rendono il prodotto leggermente più vario ed aggressivo, anche se la band fa della melodia e delle atmosfere cupe la propria bandiera, arrivando a ricordate a tratti anche i compatrioti Elysian Fields, ultimamente autori di un validissimo disco. “Angeldust” risulta quindi un disco di piacevole ascolto che, purtroppo, entusiasma rapidamente ed altrettanto rapidamente annoia; un album per chiunque sia alla ricerca di una band piacevole senza eccessive pretese, magari da ascoltare da soli durante una fitta pioggia battente contro i vetri della stanza.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?