Premessa: Devin Townsend è un artista che continua a stupire per il suo talento musicale e per la sua capacità di sperimentare sempre nuovi stili, esperimenti che poi mette a frutto nei suoi numerosissimi progetti. A 30 anni non ancora compiuti Devin ha già fatto tanta tantissima strada nel difficile mondo del music-business. La sua carriera è 'variopinta' e vede il suo inizio a soli 19 anni quando il virtuoso Steve Vai lo scelse, praticamente sconosciuto, come partner per l'acclamatissimo album 'Sex and Religion'. L'influenza di Vai è tuttora presente: Devin dev'esserne rimasto profondamente segnato e dopo aver spiccato il volo nel 1995 sotto il moniker degli Strapping Young Lad che l'ha consacrato come vero e proprio master dell'estremo in tutte le sue concezioni, nel 1997 pubblica il suo primo progetto solista autoprodotto intitolato 'Ocean machine'. I consigli del 'maestro' Vai sono stai messi a frutto alla perfezione, l'album è un successone e Townsend si butta a capofitto nella carriera solista. I suoi lavori sono tutti caratterizzati da lyrics violente, ritmiche serrate e graffianti e un uso spropositato ( e voluto) del delay che crea un effetto pastone ( ma affatto fastidioso, attenzione) perfetto per estraniarsi completamente dal mondo esterno e mettere a tacere tutti i pensieri negativi. Era coì Physicist ed è così Terria. Detto questo però mi preme precisare che tra Physicist e Terria ci sono anche parecchie differenze: i due album sono sì accomunati dallo stile inconfondibile di Townsend tutto delay, ma si distinguono l'uno dall'altro sotto svariati punti di vista, primo fra tutti la durata dei brani più corti e diretti sul primo,lunghi ( punta massima 'Earth Day' 9.35) e cadenzati sul secondo. I 55 minuti di Terria si articolano in 10 songs ( 11 se si conta la ghost-track) nelle quali il nostro eroe ci mostra le innumerevoli sfaccettature della sua personalità, alternando momenti di pura riflessione ambient con vocals pulite e ben interpretate, ad altrettante incursioni nello shouting più estremo.L'ultima fatica di Devin Townsend va vista, ascoltata, vissuta come un vero e proprio 'diario musicale' dell'artista meno 'violento' del precedente Physicist per quanto riguarda il song-writing e l'esecuzione, ma non dal punto di vista dei testi ( così mi ha detto proprio DT in una recente intervista...purtroppo non posso confermare perchè non li ho sotto mano N.d.L.). Il brano più intenso è senza ombra di dubbio 'Mountain' che con i suoi 6 minuti e passa di durata concentra in sè un mix di suoni ed emozioni contrastanti inconcepibile da qualsiasi altro musicista all'infuori di Devin Townsen. Il secondo posto della mia personale classifica è occupato dalla quinta traccia dell'album alias 'Canada', un vero e proprio inno dedicato alla terra d'origine dell'artista, nel quale DT riversa tutto il suo amore nei confronti della Nazione in cui è nato e cresciuto . La passione sprigionata dal brano è intensa , palpabile e ha un che di commovente. Meritatissimo terzo posto per 'Stagnant', brano di chiusura dell'album caratterizzato da un ritornello apertissimo e quasi pop, degna colonna sonora di pensieri ultra-positivi e ricordi estivi. Incredibilmente ironica la ghost track... non vi faccio anticipazioni: comprate l'album e verificatelo da soli (Oh mio Dio, quest'uomo è un pazzo! N.d.L.), perchè chiaramente non potete permettervi di non avere un masterpiece come questo! Terria conferma appieno la grandezza di Devin Townsend: è un album maturo, d'atmosfera e soprattutto open-minded. Dedicato a persone senza paraocchi... sconsigliato ai defenders :) (che non si abbassano a sentire queste sconcerie, n.d.Odino)