Ancora una volta mi trovo a parlare di questo artista, Jorn Lande, ed ancora una volta mi trovo ad elogiare un suo disco. La sua classe sembra essere infinita, ora Jorn torna a stupire con questo secondo disco solista dal titolo "Worldchanger".
Rispetto al primo "Starfire", Jorn ha presentato un set di canzoni con coordinate meno hard rock e più orientate sul metal, un buon punto di incontro fra le due sonorità. Sostanzialmente le atmosfere sono quelle che hanno caratterizzato i dischi come "Burn the Sun" degli Ark e Beyond twilight, vi troverete a "respirare" in stanze cupe e pesanti, con riff energici e di grande effetto; a questi, come in ormai chiaro stile Jorn, sono accompagnati, in molti casi, ritornelli di facile presa e molto accattivanti.
Non è il caso dell'opener "Tungur Knivur", uno vero e proprio macigno sonoro che irrompe con la graffiante voce di Jorn. Il ritornello spacca davvero tanto, il riffone di chitarra è qualcosa di unico. "Sunset Station"? Eheh, un altro capolavoro, il ritornello sarà come una droga, non ve ne libererete facilmente. Ancora una volta si presenta il perfetto equilibrio potenza/melodia che nell'hard rock, se fatto bene, è qualcosa di micidiale.
"Glow In The Dark" e "House Of Cards", una ballad sulla guerra da lacrime, presentano una prestazione vocale di Jorn sopra le righe, sbalorditivo... ascoltare per credere!
Si prosegue con la "priestiana" "Bless The Child", "Captured", con i suoi toni tragici e soft, e con la perla del disco "Worldchanger", cinque minuti di assoluta goduria. L'intro è fantastico con la sua progressiva accelerazione in cui evidenzio un bellissimo gioco di piatti.
Prima di rimettere riascoltare il disco, c'è ancora tempo per "Christine", canzone dedicata alla sua donna e "Bridges Will Burn", su cui ho da farvi una domanda.... cosa vi ricorda il bridge della canzone?? :D
Che ne dite di comprare questo disco???
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