Copertina 8

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2001
Durata:53 min.
Etichetta:Atrheia Records
Distribuzione:Edel

Tracklist

  1. IN EXCELSIS
  2. NOVA ERA
  3. MILLENNIUM SUN
  4. ACID RAIN
  5. HEROES OF SAND
  6. UNHOLY WARS
  7. REBIRTH
  8. JUDGEMENT DAY
  9. RUNNING ALONE
  10. VISIONS PRELUDE

Line up

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Rebirth, mai titolo fu più significativo. E' davvero una rinascita questa degli Angra. Dopo Holy Land le cose si erano messe davvero male, la band stava cadendo nello scontato e in periodo in cui l'ispirazione e la freschezza di una volta scarseggiava.
Non a caso Fireworks si dimostrò davvero deludente, un album anonimo, anche se con qualche spunto interessante; in definitiva però una prova da dimenticare, l'inferiorità rispetto ai due colossi Angels Cry ed Holy Land era immensa.
Dopo Fireworks, il baratro.
La band si divise in due tronchi, il primo composto da Andre Matos, Luis Mariutti e Ricardo Confessori che insieme a Fabio Ribeiro e Hugo Mariutti misero su gli Shaman, il secondo composto da Kiko Loureiro e Rafael Bittencourt, ai quali venne lasciato il monicker Angra.

Da qui in poi abbiamo assistito ad un periodo di assestamento ed oggi ne abbiamo il risultato. Kiko Loureiro e Rafael Bittencourt hanno "reclutato" Eduardo Falaschi alla voce, Felipe Andreoli al basso e Aquiles Priester alla batteria e hanno rimesso su la band creando questo Rebirth.

Cosa ne è uscito fuori da tutto ciò? Un discone!
Il cd di cui parliamo mi ha davvero esaltato proponendo in fin dei conti un ibrido fra Angels Cry, con il suo lato più power e le sue incursioni sinfoniche e Holy Land, per il suo lato sperimentale e le sue influenze folkloristiche.
Stupore, sorpresa e meraviglia! E io che pensavo che gli Angra fossero finiti! Mai pensiero fu così sbagliato.
Ricordo ancora la prima volta che misi il disco nel lettore. Dopo il classico intro, irrompe (sullo stile di "Carry On" di Angels Cry) "Nova Era", classica power metal song con quel sapore "Eagle Fly Free" che non guasta mai, che, come succede sempre per i bei dischi, mette le cose in chiaro evidenziando su tutti le qualità del nuovo cantante. Eduardo Falaschi è un Matos con una voce di sicuro di minor estensione, ma con una timbrica doppia. Una scelta davvero ottima, tanto che, sinceramente, all'ascolto del
disco non ho sentito minimamente la mancanza dell'ex.

Un duetto piano-voce ci introduce dolcemente in "Millenium Sun" in cui il ritmo rallenta un poco. La cosa bellissima è che questo pezzo suona maledettamente Angra! Come fare a non essere ammaliati da quei coretti ipnotici? Per non parlare poi della parte centrale in cui le chitarre di Kiko Loureiro e Rafael Bittencourt sono davvero eccezionali. "Acid Rain", altra perla. Una canzone capolavoro che rappresenta il perfetto connubio fra le sonorità dei primi due dischi con un cantato che va da situazioni aggressive a molto melodiche ed impegnative. Un altro motivo di apprezzamento di questa nuova ugola. Il ritornello è di quelli che si fanno ascoltare infinite volte in un solo giorno e di quelli che si lasciano canticchiare per molto molto tempo. Spettacolo con il break strumentale centrale in cui ancora una volta le chitarre dei due si fanno ascoltare, e come se si fanno ascoltare!

Si prosegue con "Heroes Of Sand", un mid tempo drammatico in cui ho notato un'ottimo lavoro in sede di arrangiamenti, "Unholy Wars" una mini suite divisa in due parti ("Imperial Crown" e "Forgiven Return") in cui c'è spazio per ritmi brasiliani che si fondono perfettamente.
Bellissima speed power song con maestosi cori in prima linea con aperture strumentali che rendono il tutto molto raffinato e per nulla scontato. La classe di questi ragazzi affiora ancora con la title track dove grazie a momenti acustici, spazi strumentali, accelerazioni ed ottime melodie vi renderete conto sempre di più che questo disco è davvero di ottima fattura. "Judgemente Day", altra power song di gran valore, "Running Alone", in cui evidenzio l'emozionante break centrale pianoforte/chitarra, e "Visions Prelude", lento drammatico e malinconico, chiudono alla grande l'album.

Gli Angra sono tornati nella maniera migliore dimostrando grande talento ed una propria identità. E pensare che io l'avevo presa davvero male quando seppi della divisione della band... ma vuoi vedere che alla fine è stato meglio così?

Per ora una cosa è certa: Angra - Matos & Co.: 1 a 0!
Recensione a cura di Elio Bordi
Bello ma originalità zero

Per riconquistare i fans e far loro dimenticare l'assenza di Matos, gli Angra vanno sul sicuro con brani che, uno per uno, sono facilmente riconducibili ai vecchi classici. Carino, ma gli Angra che "osavano" erano ben altra cosa e il contemporaneo "Ritual" degli Shaman stravince il confronto: con "Temple of shadows" Loureiro-Bittencourt tireranno fuori le unghie e annienteranno gli Shaaman dello spento "Reason"...per l'1-1.

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