Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2001
Durata:23 min.
Etichetta:BWB Records

Tracklist

  1. DIAGONAL BLUE
  2. COMPLICATED
  3. ROCKING CHAIR
  4. FULL BLAST
  5. OUT OF NOWHERE

Line up

Non disponibile

Voto medio utenti

Avevo perso le tracce di Paul Nelson quando la sua band, gli indimenticabili Liege Lord, autori di must quali "Burn to my Touch" e "Master Control", si sciolsero nei primi '90. Fummo poi in molti a rivederlo dal vivo con i suoi storici compagni di band sotto quel palco del Wacken Open Air nel 2000. Oggi, a distanza di due anni da quella reunion, mi capita fra le mani questo lavoro solista, acclamato dalla critica e dai principali guitar magazine di tutto il mondo. "Look", purtroppo per molti (me compreso) si muove su coordinate ben lontane dai lavori con i Liege Lord e si tratta di un lavoro che con il metal ha ben poco a che fare. L'album, interamente strumentale, viaggia su territori che spaziano dal rock, al funk, al jazz; le principali influenze, per quanto riguarda lo stile di Paul Nelson, si possono trovare in nomi illustri quali Jeff Beck, Michael Schenker e Billy Gibbons, ma anche in chitarristi fusion quali Allan Holdsworth e Tommy Bolin.
Il passato non viene però affossato del tutto ed emerge prepotentemente qua e là attraverso riffs duri e crunchosi, come in "Full Blast", vicina a certe sonorità targate Steve Vai. Paul mostra di sapere mischiare eccellentemente ogni propria influenza, riuscendo a confezionare un lavoro dall'altissimo spessore tecnico e compositivo, che non annoia e che non cade mai nel banale. Se il lavoro dei musicisti è di altissimo livello e sfiora la perfezione, lo stesso non si può dire della produzione, troppo esile e inconsistente; la chitarra non spicca come dovrebbe e viene troppo spesso subissata dagli arrangiamenti dei brani, alle volte invadenti. Discutibile inoltre la scelta di suonare perennemente con la configurazione del pick-up al manico, creando così un suono eccessivamente chiuso e ovattato, privo della necessaria spinta. Per quanto riguarda basso e batteria non ci si può invece lamentare, i suoni sono puliti, incisivi, e riescono appieno a far emergere il tocco squisito degli strumentisti.
Si tratta di un lavoro che è in grado di coinvolgere anche chi non è appassionato del genere e dei dischi strumentali, di un album che segna un ritorno più che gradito sulle scene e che apre a Paul la strada per una carriera da guitar-hero che promette faville. La direzione è quella giusta, ora però attendo un vero full-lenght, magari con una produzione più opportuna.
Recensione a cura di Lorenzo 'Txt' Testa

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