Dalla fredda Scandinavia, nell'ultimo decennio terra madre di gruppi rock di indiscusso valore quali Hardcore Superstar e Hellacopters, ecco tornare i Gluecifer con il loro quarto full-lenght, dopo decine di release di singoli, 7" e rarità varie.
"Basement Apes" si apre nel migliore dei modi, ovvero con un pezzo tirato e robusto come "Reversed", vero rock'n roll a tutto spiano; con la successiva "Brutus" viene ancor più voglia di alzare a palla il volume dello stereo e di scolarsi al volo una bottiglia di whisky! Chitarre grezze e scanzonate su una base ritmica decisa e coinvolgente, trascinata dalla voce di un Biff Malibu in piena forma.
Quando però sto per raggiungere il picco dell'esaltazione, dopo appena due pezzi, ecco arrivare il primo passo falso. "Losing End" è un episodio squallido, dannatamente commerciale che mi fa tornare alla mente pseudo-bands quali i REM di "Losing my Religion". La linea vocale, di una banalità sconcertante, cerca un'introspettività che non trova e che assolutamente non si addice al carattere politically incorrect che la band mostra di avere con le canzoni più rock 'n roll.
Ci si rialza con "Easy Living", brano deciso da cui è stato estratto il primo singolo, per poi ricadere ancora con "Little Man", seppur senza raggiungere il fondo toccato dalla precedente "Losing End".
"Not Enough for You" è una mediazione fra le due facce antitetiche della band, mentre con "Round and Round", nonostante il proprio ritmo cadenzato, il livello qualitativo torna a farsi alto, così come anche con "Black Book Lodge", un irriverente brano rock di quelli che potrebbero incastrarsi a vita nell'autoradio.
Il sali-scendi continua e così troviamo un pezzo scadente e noioso come "It won't be", seguito da uno più convincente, ovvero "Shotgun Seat". I Gluecifer interrompono la loro scelta autolesionista solo con le due tracce conclusive, e quasi per dare un senso di simmetria a questo "Basement Apes", ecco quindi arrivare "Powertools and Piss", dalle tinte alle volte motorheadiane, e "I Saw the Stones move".
Certo, a pensare che queste dodici tracce siano state scelte tra un totale di ventuno nuovi brani composti per l'occasione, c'è da chiedersi se i Gluecifer abbiamo pensato più alle cifre di vendita che non alla vera validità dei brani.
E' un peccato, perchè la band ci sa fare e mostra di saper scrivere pezzi, come "Reversed", che sono dei veri e propri capolavori in miniatura. Purtroppo non tutto l'album si mantiene su quei livelli e alla lunga la puzza di una cessione alle regole del business si fa sentire. Ciò nonostante "Basement Apes" merita qualcosa in più di una sufficienza risicata, ma non si può negare che la delusione è forte, soprattutto conoscendo le potenzialità della band.
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