Secondo album per i finlandesi Moonsorrow, giovane band su cui la Spikefarm sembra puntare parecchio. I cinque propongono un death metal intriso di spunti epici e trascinato da ampollose orchestrazioni e da pomposi cori medievali; nulla di nuovo, direte voi.
Sì, infatti, non vi è proprio nulla di nuovo sotto il sole; le band che ormai provano questa nuova strada sono centinaia, solo nell'ultimo anno c'è stata una vera e propria invasione di uscite. La produzione di questo "Voimasta ja Kunniasta" è sicuramente sopra la media, anche se la mano di Mika Jussila, che ha masterizzato il prodotto mixato negli ormai noti Finnvox Studios, si sente eccome. Il tutto puzza infatti di "plasticaccia finlandese", specialmente per quanto riguarda la batteria, piatta e totalmente inespressiva.
La band dimostra di avere una mezza marcia in più rispetto a bands quali per esempio i Twin Obscenity, grazie soprattutto ad una cura maniacale degli arrangiamenti e ad un duro lavoro in fase di pre-produzione. Purtroppo, però, le songs sono eccessivamente prolisse e mancano al loro interno di continuità; nonostante siano innumerevoli gli spunti interessanti all'interno del pezzo, si fatica a trovare un filo conduttore, con il risultato che dopo decine di ascolti ancora si stenta a memorizzare i brani.
Per il resto, tanti cliché e nient'altro: spade, asce, tombe di guerrieri, villaggi in fiamme e sangue a fiotti.
Se il binomio chitarra/tastiera spesso ci regala momenti veramente emozionanti e coinvolgenti, la voce, classico scream vicino agli In Flames dei primi lavori, rovina tutto grazie alla propria prevedibilità.
Insomma, questi Moonsorrow sono in gamba a suonare, riescono alle volte a portare davvero l'ascoltatore in quel barbaro mondo lontano di cui cantano, ma in fondo non si alzano di molto dalla media e risultano l'ennesima band di un filone che sta per saturare e che comincia davvero a puzzare di commerciale. Se "Voimasta ja Kunniasta" finisse fra le grandi vendite dell'anno, non mi stupirei; la formula per un successo c'è tutta: poca personalità, musica già sentita e tanta immagine, proprio come vuole la gente.
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