I Burning Inside sono il gruppo nel quale il ben noto drummer Richard Christy ha mosso i primi passi a livello internazionale, prima di salire alla ribalta per le sue travolgenti performances al cospetto di sua maestà Chuck Schuldiner, sia nell'ultimo Death che con i Control Denied. A distanza di molti anni il quartetto americano torna sul mercato con un lavoro a metà strada tra il brutal più efferato in stile Suffocation e sonorità cadenzate, oscure e quasi goticheggianti, nel quale chi la fa da padrone è ovviamente la sezione ritmica di Richard, vero deux ex machina capace di dividersi tra voli grind, tanto inattesi quanto spaventosamente possenti, e disumani break talmente tecnici e veloci da far accapponare la pelle. Purtroppo per quello che riguarda le composizioni in se c'è poco da stare allegri in quanto "Apparition", al di là del massacro sonoro guidato dalla batteria, risulta povero di spunti veramente interessanti e anzi sfocia spesso nella noia. L'impressione è che tale micidiale potenza sprigionata dalla sezione ritmica serva a coprire le lacune di tipo compositivo che emergono un po' in tutte le songs del disco, con la proposizione di riffs piuttosto stanchi e poco convincenti che non regalano nulla all'ascoltatore in termini di emozione e di piacere all'ascolto. I Burning Inside si rivelano alla fine un'ottima vetrina di esposizione per il minaccioso Cristy, e consiglio l'ascolto di "Apparition" solo ai cultori del tecnicismo più esasperato e ai fan del musicista. Gli altri possono pure tenersi a distanza.
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