Copertina 4,5

Info

Anno di uscita:2002
Durata:61 min.
Etichetta:SPV
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. THE CURSE OF THE CHAINS
  2. EDGE OF THE WORLD
  3. COMING HOME
  4. LIVE FOR MY KING
  5. ALL THE REST OF MY LIFE
  6. FOLLOW THE SIGN
  7. TIME FOR THE TRUTH
  8. HEARTBREAKER
  9. SAINT OF FOOLS
  10. UNDER THE GUN

Line up

Non disponibile

Voto medio utenti

Il signore del crepuscolo torna a trovarci a ben due anni dall’ultimo “The Masquerade Ball”, album di song dalla qualità altalenante, accolto in maniera tutt’altro che entusiastica da gran parte della stampa. E’ ovvia premettere come l’incrollabile coerenza artistica del platinato chitarrista non sia mai stata messa in discussione sin dai tempi degli Steeler; oltretutto ad Axel Rudi Pell va sicuramente riconosciuto l’indubbio merito di aver mantenuto il livello qualitativo della propria line up su livelli di assoluta eccellenza grazie ad artisti come Jorg Micheal, Rob Rock, Jeff Scott Soto ed il dotato singer Johnny Gioeli, attuale singer della band con uno sfavillante passato (e, mi dicono dalla regia, un presente altrettanto notevole) nei leggendari Hardline. Questa volta, però, il songwriting del chitarrista tedesco mostra veramente la corda dando vita a dieci brani scontati, ripetitivi, assolutamente banali ed eccessivamente cadenzati, un vero affronto se si pensa all’indubbia qualità di album come “Between The Walls”, “Nasty Reputation” o “Black Moon Pyramid”. Gli assoli di Axel non sono mai apparsi così poco ispirati e tecnicamente poveri, purtroppo la line up di tutto rispetto coinvolta, nella quale spicca l’eccelso Mike Terrana, al momento attuale anche drummer dei Rage, non riesce in alcun modo a risollevare le sorti di un album che di certo porterà più svantaggi che altro alla carriera dell’axeman, già da qualche tempo fermamente direzionata sul viale del tramonto. Dispiace veramente l’essere costretti ad infierire in maniera così pesante sul lavoro di un artista che da sempre si è rispettato e stimato, ma questo “Shadow Zone” lascia veramente poco spazio alle buone maniere, ed il solo pensiero che qualcuno possa arrivare a spendere quasi 20 Euro in questo monumento all’inutilità spinge ad agire in questa maniera. Spero vivamente che il chitarrista tedesco capisca che c’è una soglia, chiamata dignità, oltrepassata la quale tutto il glorioso passato inizia a venir dimenticato in favore di uno squallido presente e che c’è una soluzione, chiamata “sciolglimento”, che potrebbe evitare questo processo di svilimento quanto mai avvilente.
Recensione a cura di Francesco 'HWQ' Bucci

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